Oggi più che mai! Perchè? Nel 2022 sono a rischio fallimento quasi 100.000 aziende italiane (dati Cerved). Perchè?
Prima la pandemia, poi l’aumento del costo delle materie prime, successivamente il conflitto russo-ucraino, hanno determinato una drastica riduzione della produzione, poi è arrivato il drammatico aumento dei costi energetici.
Questi fatttori in aggiunta alla manipolazione speculativa dei prezzi, faranno sì che le imprese energivore dovranno affrontare un aumento dei costi insostenibile.
Poi c’è l’esplosione del debito finanziario dovuto all’aumento del costo del debito, che causerà la perdita di più di 800.000 posti di lavoro.
Questa è la situazione dell’economia italiana. Vanno male soprattutto il settore trasporti, l’industria pesante, le fabbriche in genere indipendentemente dal tipo di produzione.
Le imprese non hanno i soldi per pagare l’Iva. Perchè o pagano le bollette per la fornitura di energia, o pagano i dipendenti o pagano le tasse.
Molte centinaia di migliaia di lavoratori dipendenti legati a quelle aziende andranno in cassa integrazione. Per cercare di recuperare costi il servizio di vigilanza sarà uno primi a essere tagliato.
Significa che per il settore della Vigilanza Privata finiranno molti contratti. Soprattutto cominceranno a chiudere gli Istituti medio piccoli che sono quelli più fragili.
Molte GpG finiranno licenziati per crisi.
Nel 2005 in Italia i poveri erano 2 milioni e mezzo, nel 2020 quasi 6 milioni.
Senza voler fare politica, non è il nostro mestiere, diciamo semplicemente che i bonus sono solo un palliativo, che andrebbe bene se fra poco arrivassero concreti interventi strutturali che al momento non si vedono neanche lontanamente.
Ecco che per scongiurare la povertà tutte le organizzazioni del sindacalismo di base hanno proclamato lo sciopero generale intercategoriale nazionale per il 2 dicembre.
A questo sciopero sono chiamate tutte le categorie, dal pubblico al privato, dalla sanità alla scuola, dai camionisti alle Guardie Giurate.
Vogliamo e crediamo fortemente che i motivi di seguito che ci hanno portato alla proclamazione dello sciopero, siano più che doverosi in uno stato che dovrebbe nei fatti, non solo nelle parole, essere civile.
Scioperiamo per:
- Rinnovo dei contratti (quello della vigilanza è fermo al 2015)
- aumento contrattuale dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e recupero dell’inflazione reale
- introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora
- cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia
- congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili
- incameramento degli extra ricavi maturati dalle imprese petrolifere di gas e carburanti
- riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
- blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina
- investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito per disoccupati e sottooccupati
- rilancio di un nuovo piano strutturale di edilia residenziale pubblica che preveda anche l’utilizzo del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori
- fermare le stragi di lavoratori, introducendo un piano nazionale di controlli a tappeto e il reato di omicidio sul lavoro
- fermare la controriforma della scuola e cancellare l’alternanza scuola-lavoro, che và a esclusivo vantaggio delle imprese e impoverisce l’istruzione
- abolire gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati che rappresentano l’ennesima forma di sfruttamento
- difesa del diritto di sciopero, che ad oggi è uno strumento non pienamente utilizzabile dai lavoratori
- riconoscimento a tutte le OO.SS. di base dei diritti minimi sindacali con obbligo da parte dei datori di consentire l’accesso in tutti i luoghi di lavoro
- introdurre una nuova politica energetica che utilizzi le fonti rinnovabili, senza ricorrere ai pericolosi rigassificatori e al nucleare
- aumento delle risorse a favore dell’autoderminazione, per combattere discriminazioni, oppressione nel lavoro, nella famiglia e nella società.
Siamo ovviamente contro ciò che attacca gli interessi collettivi a vantaggio di speculatori come:
- le privatizzazioni
- il sistema di appalti/subappalti rafforzati dal DDL concorrenza
- la guerra e la conseguente economia di guerra che disgrega il tessuto sociale, generando sciagure umane e sociali.
Vi invitiamo perciò tutti, non solo a partecipare allo siopero, ma a sviluppare una coscienza critica che quotidianamente agisca nei fatti e nelle parole.
Ad esempio ci chiediamo perchè in Francia le bollette non possono aumentare più del 4% mentre in Italia non è così.
Agire nell’interesse di tutti per evitare il tracollo del nostro Paese.
Vi chiamiamo all’azione tutti i giorni, non solo il 2 dicembre, giorno dello sciopero.
COBAS lavoro privato- Settore Vigilanza