Commesse in nero a 3 euro e 26 centesimi l’ora: Di Maio mandi gli ispettori, subito una task force per arrestare un fenomeno dilagante

L’ultima delle centinaia di segnalazioni riguarda le commesse di un negozio di moda cheap price nel pieno centro di Roma. Pagate 3 euro e ventisei centesimi l’ora ed in nero. Anche per dodici ore al giorno, senza riposi, tutte le domeniche e i giorni festivi compresi. Commesse senza contratto, senza busta paga e finanche senza nome, visto che il datore di lavoro – che le paga in contanti – non lo conosce affatto.

« Il Ministro Di Maio dimostri davvero che ha a cuore la piaga del lavoro nero – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – perché non siamo alle Iene e non parlo del papà ormai più famoso d’Italia. Siamo nel mondo del commercio dove centinaia di milioni di cittadini/lavoratori subiscono soprusi di ogni genere.»

«Dal lavoro in nero a quello “in grigio”, con contratti regolari a metà e il resto fuori busta – prosegue il rappresentante sindacale – che rappresentano un’enorme evasione contributiva e fiscale e un ingente danno per i conti dello Stato. Tutti fanno tutti finta di non vedere, ma in realtà questa degenerazione la conoscono tutti. E non finisce qui, perché al lavoro nero si abbinano il superamento delle soglie di precarietà contrattuale, le dimissioni in bianco, le discriminazioni di genere, i part time imposti, le condizioni di sicurezza inesistenti. Insomma, ci vuole davvero una task force di ispettori che faccia luce su uno dei settori produttivi più sfruttati.»

«Il Ministro del Lavoro faccia ricorso urgente alle sue prerogative e corra in soccorso di quei milioni di lavoratori a cui ha promesso sostanziali miglioramenti alla vigilia delle elezioni politiche, ma che aspettano ancora un cenno. Almeno uno.» – conclude Iacovone.

Roma, sabato 1 dicembre 2018

Cobas Lavoro Privato