Il contratto degli addetti alla verbalizzazione per il Ministero della Giustizia è ormai (nuovamente) prossimo alla scadenza (30 giugno 2025). Da luglio 2023, il Dicastero di via Arenula prende tempo, aprendo ad un percorso di internalizzazione, confortato da dichiarazioni importanti della parte politica (che cita opzioni e numeri, salvo poi non essere in grado di fornire tempistiche per l’avvio di un tavolo permanente volto a garantire le professionalità e gli attuali livelli occupazionali), prontamente (ma non del tutto convintamente) smentite dalla parte tecnica. I 1.500 lavoratori professionalmente preparati ed operanti sul territorio nazionale da oltre trent’anni sono stanchi e meritano di ricevere risposte. Soprattutto adesso che il Ministero della Giustizia, nel disperato tentativo di assicurarsi l’ulteriore tranche del PNRR, è sempre più sordo e cieco rispetto a quel processo di innovazione tecnologica che altro non ha fatto che palesare la manifesta incapacità organizzativa del Dicastero di via Arenula. È ormai tristemente noto a tutti, l’ennesimo colpo inferto alla già precaria salute del servizio giustizia in Italia, grazie alle polemiche scaturite da quello che è possibile definire (pacificamente) un disastro annunciato: l’esordio disastroso di App, il software sviluppato dal Ministero per gestire la digitalizzazione del processo penale. Meno nota è la altrettanto disastrosa vicenda riguardante l’allestimento delle cosiddette aule MVC (multi-videoconferenza), dal 2019 di esclusiva pertinenza del DGSIA.
La scrivente O.S., nell’interesse dei 1.500 operatori Fonici, Trascrittori, Stenotipisti e data entry forensi, denuncia un grave fatto che, per quanto a ns conoscenza, al momento si sta verificando solo presso il Tribunale di Roma. Le aule allestite MVC dalla fine di novembre ad oggi, non sono utilizzabili dagli operatori addetti alla fonia, in quanto il DGSIA non ha, né autorizzato il nuovo allaccio del vecchio impianto di fonoregistrazione, né la contestuale installazione del nuovo software per la registrazione delle udienze. L’aggiudicatario dell’appalto per i servizi di documentazione degli atti processuali, è contrattualmente tenuto ad inviare proprio personale chiamato a garantire il servizio di fonia, senza che lo stesso personale sia messo nella condizione di poter effettuare registrazione alcuna, venendo a mancare totalmente la strumentazione necessaria che, da capitolato tecnico, deve essere fornita dallo stesso Ministero. E se è vero che l’Aggiudicatario è chiamato ad offrire la possibilità di ricorrere all’utilizzo di strumentazione alternativa per la registrazione, questo vale in caso di malfunzionamento della strumentazione preesistente: nel caso specifico, le aule sono potenzialmente dotate della strumentazione preesistente, che resta inutilizzabile grazie all’inerzia di chi deve autorizzare la Soc. Lutech a ripristinare il collegamento sul sistema MVC (come già fatto tempestivamente nelle prime aule allestite con la medesima tecnologia). In considerazione del numero sempre maggiore di aule allestite MVC presso il Tribunale di Roma, sarà pressoché impossibile trovare aule alternative per consentire il regolare svolgimento del servizio di fonia e successiva trascrizione. Laddove la situazione dovesse perdurare in questo stato di stallo, una flessione in negativo del fatturato delle Aziende (che già da tempo palesano sofferenze) sarebbe la conseguenza naturale di una condotta attuata da un Ministero che fa dell’inadeguatezza la propria cifra distintiva, che andrebbe a riverberarsi su lavoratrici e lavoratori, nonché sulla collettività tutta. E non stupisce affatto che dietro il disastro dell’innovazione tecnologica, ci sia la firma del DGSIA, quello stesso dipartimento che smentisce la Direzione Generale e la parte politica di via Arenula – che affermano di non poter internalizzare i Precari della Giustizia, non potendoli qualificare e collocare – andando a fornire credenziali giustizia, in qualità di “consulente” a personale impegnato nell’appalto della verbalizzazione, per sollevare il personale interno dall’incombenza di gestire la videoregistrazione. È impensabile rinunciare al servizio di fonia e trascrizione, soprattutto in assenza di videoregistrazione, considerando di pari garanzia la verbalizzazione effettuata dall’assistente di udienza, anche solo per una singola udienza, come già purtroppo successo.
Denunciamo quanto sta accadendo, ritenendo corretto non disperdere energie in superflue lotte “padrone-operaio”, focalizzando l’attenzione sul problema principale ed evidenziando le reali responsabilità di un declino che, a differenza del passato, non è pilotato dalla parte datoriale ma dal committente stesso, che mette a rischio la continuità lavorativa di 1.500 lavoratrici e lavoratori. La parte politica deve prenderne coscienza e, in tempi rapidi, provvedere al riconoscimento di queste professionalità, internalizzandole mediante procedura riservata ovvero mediante società in house. La Corte di Cassazione (Sezioni Unite 22910/06) ha ribadito che è principio fondamentale del nostro ordinamento, quello secondo cui “datore di lavoro è chi utilizza effettivamente le prestazioni del lavoratore (…) con la conseguenza chi utilizza dette prestazioni deve adempiere a tutte le obbligazioni a qualsiasi titolo nascenti dal rapporto di lavoro”, precisando che “non può sostenersi che l’indicato principio di carattere generale ha perduto consistenza giuridica a seguito del D. Lgs 276/03 (…) la disciplina indicata, pur presentandosi come una innovazione (…) si configura anche nell’attuale assetto normativo come una eccezione, non suscettibile né di applicazione analogica né di interpretazione estensiva (…)”. Abrogatio sine abolitione, direbbero i latini.
L’O.S. COBAS del Lavoro Privato, ribadendo le motivazioni che sono parte integrante delle proclamazioni degli scioperi sino ad ora svoltisi, invita i lavoratori a proseguire nella scelta di rivendicare i propri diritti, nonché gli organi di stampa e gli addetti ai lavori tutti, a non lasciare inascoltata la protesta di questi lavoratori e dei lavoratori precari in senso più ampio. Con l’occasione, questa O.S. ribadisce l’impegno a portare avanti un’azione di concerto che vede protagonisti tutti i lavoratori e le lavoratrici che, come precari, garantiscono il funzionamento della Pubblica Amministrazione – Giustizia, Sanità, Università, Beni Culturali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo – pur essendo orfani di tutele e diritti.
Si invitano tutti gli organi di informazione ad assicurare la dovuta copertura informativa per questa trentennale vertenza che, finora, è stata scarsamente garantita.
L’unica I.A. possibile per garantire un giusto processo: Internalizzazione Adesso!
(Oltre la digitalizzazione, c’è la GIUSTIZIA)