FRANCIA – GLI ASSASSINI IN DIVISA

remiSono passate pochissime ore dalla sentenza su STEFANO CUCCHI. Ne cogliamo lo spunto per parlare dell’ASSASSINIO di un giovane compagno ucciso nel corso di manifestazioni contro la costruzione di una DIGA, a SIVENS in Francia. Stesse divise, stessi apparati del potere, stesso spregio per la vita umana, stessi privilegi…probabilmente STESSA IMPUNITA’.

Non l’abbiamo considerata troppo come notizia nei giorni scorsi. Presi dalle beghe vertenziali, dal lavoro per costruire lo sciopero generale del 14 novembre, dalle difficoltà di una situazione sempre più asfissiante.  Ecco quindi una serie di articoli dall’interno del movimento antagonista che hanno già raccontato la triste storia.

Si chiamava Remi. Uno studente di Tolosa colpito a morte da una granata assordante durante una notte di assedio al cantiere per la diga di Sivens.  La polizia francese le chiama armi non letali. Ma fanno male. Tanti sono stati feriti, Remi invece è morto. Un omicidio di Stato. ( LEGGI L’ARTICOLO DI INFOAUT

Manifestazioni si sono svolte  in tutta la Francia, ma anche a Roma e Torino e hackeraggi di ANONYMUS

La verità emerge sempre più chiara quanto alla morte di Remi, giovane attivista trovato morto sulla Zad di Testet sabato scorso: assassinato dalla polizia.  Mentre i soliti sciacalli si dilettano con dettagli tecnici, vuote dichiarazioni e tardivi (nonché temporanei) provvedimenti – come la sospensione provvisoria dell’uso delle granate offensive da parte dei gendarmi – la parola fatalità si rincorre sulle bocche “socialiste” del governo. Un termine che rassicura, un’espressione che assolve.
In Francia le persone mutilate dalle stesse granate che hanno ucciso Remi si contano a decine in questi ultimi anni, nei cortei, negli scontri, allo stadio, nei quartieri. Un collettivo di vittime si è formato nel 2003 per denunciare pubblicamente l’uso e abuso di armi da guerra da parte della polizia. All’inizio di quest’anno, dopo una lunga battaglia giudiziaria, è addirittura il tribunale amministrativo che ha riconosciuto la responsabilità dello stato dopo il ferimento di un ragazzo a colpi di flash-ball.

Sulla stessa Zad di Testet, gli attivisti hanno denunciato a più riprese un inasprimento delle violenze poliziesche a partire da inizio settembre. Il 7 ottobre Elsa, una compagna che occupava la Zad di Testet, ha quasi perso una mano dopo che un poliziotto ha tirato una granata di dis-accerchiamento DENTRO un camper in cui si era barricata con alcuni compagni:
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Lo stesso giorno i gendarmi hanno bruciato gli oggetti personali e il cibo degli attivisti presenti sul posto:

Come riporta il collettivo”tant qu’il y aura de bouilles”, l’eventualità che “ci scappasse il morto” era agitata esplicitamente dai poliziotti presenti ques’ultimi mesi sulla Zad e dalle milizie pro-diga.
“Chi si sarebbe potuto immaginare una tale violenza?” ha dichiarato il più grande sostenitore della diga di Silvens, Thierry Carcenac, presidente del consiglio generale della regione di Tarn. Qualsiasi osservatore con occhi per vedere e orecchie per intendere, gli si può rispondere: la morte di Remi non è un fulmine a ciel sereno ma la scarica mortale di un cielo in tempesta in cui le questioni sociali sono trattate come problemi di ordine pubblico.
Se si dà alla polizia un lacrimogeno, lo sparerà ad altezza d’uomo, se si dà alla polizia un manganello lo girerà al contrario perché faccia più male, se si dà alla polizia un taser lo userà come una sedia elettrica, se si dà alla polizia una granata assordante la utilizzerà come una bomba a mano.
La morte di Remi non è una fatalità ma una tragedia annunciata, lo sappiamo chi c’è dietro la mano assassina che ha lanciato quella granata: Hollande, Valls, Carcenac e tutti i coloro che costruiscono le grandi opere sui cadaveri.

Com’è morto Remi?

29nov, in diverse città Francesi si sono svolti presidi e iniziative per protestare contro la morte del giovane francese deceduto dopo gli scontri contro la realizzazione di una nuova diga nei pressi di Tolosa. In centinaia si sono riunite nuovamente davanti alle prefetture delle principali città francesi perchiedere verità e giustizia per questo omicidio di stato. In contemporanea, due esperti del ministero dell’Ecologia rendevano pubbliche le loro conclusioni, molto critiche, sul progetto della diga. Questa sera è prevista una grande riunione nella capitale, Parigi, per organizzare una grande manifestazione nazionale e chiedere chremi4iarezza su quanto accaduto.
Secondo i primi elementi emersi dell’autopsia, il ragazzo è stato ucciso da un’esplosione, probabilmente una granata lanciata dai gendarmi durante le cariche. La famiglia della vittima ha annunciato che sporgerà denuncia per omicidio volontario. Dopo giorni di silenzio questa mattina Bernard Cazeneuve, il ministro dell’interno, ha preso finalmente parola, ma solo per fare le condoglianze alla famiglia. Nessuna parola invece sulle responsabilità della polizia in questo omicidio, anzi il ministro ha invece preso le distanze dai colleghi che avevano denunciato la repressione poliziesca,come la ministra della giustizia territoriale e dell’alloggiameno, tacciandole come “strumentalizzazioni politiche”.
Dopo le tante iniziative succedutesi i n francia, un presidio è stato convocato anche a Torino per giovedì 30 ottobre, alle h 18, sotto il consolato francese di via Roma

Anonymous defaccia 4 siti di ditte francesi. Salut à toi Rèmi

remi5Nella giornata di ieri Anonymous ha hackerato e defacciato diversi siti di società e ditte coinvolte nella costruzione della mega-diga, il cui progetto comporterà la distruzione di un’intera zona naturale del sud della Francia. Attraverso la denominata “Operazione Testet”, sono stati così attaccati i siti http://cfg.asso.fr, http://afitex.com/en/home, http://geotech-fr.org e http://cfms-sols.org, rimasti fuori uso per qualche ora. E’ stato inoltre diffuso un video in lingua francese, attraverso il quale Anonymous dà a conoscere le motivazioni di questi attacchi. Sabato infatti, un ragazzo di 21 anni è morto ucciso da una granata stordente lanciata dalla polizia durante le cariche dirette ai manifestanti. Oltre le numerose manifestazioni che si sono tenute nei giorni successivi, l’azione di Anonymous ha voluto ulteriormente chiamare all’attenzione il gravissimo episodio di sabato che è costato la vita a Rèmi, oltre a portare solidarietà alla lotta della Zad.

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