Il giovane indiano Satnam Singh di 30 anni bracciante senza contratto, uno delle migliaia di “invisibili” del far west in Provincia di Latina, straziato di un braccio dalla macchina agricola a cui era addetto, è morto al S. Camillo dopo 2gg di agonia a causa dell’omissione di soccorso da parte del padrone, che invece di portarlo subito in ospedale, lo scaricava davanti l’abitazione dove viveva con la moglie, con accanto in cassetta l’arto reciso.
Davanti a questa ennesima macabra scena dell’orrore Pontino, cos’altro dobbiamo dire sulla documentata violenza criminale esercitata da vari padroni schiavisti nei confronti del bracciantato migrante, se non MALEDETTI ASSASSINI, NIENTE RIMARRA’ IMPUNITO!
Ed insieme dobbiamo domandarci : dove questi MALEDETTI ASSASSINI hanno appreso le modalità naziste di sfruttare fino all’ultimo respiro i disgraziati venuti dall’India, dal Bangladesh, dal Sud-Est Asiatico, dall’Africa, in cerca di miglior vita ?
Lo hanno appreso: in famiglie ormai dimentiche delle loro umili origini? Nelle scuole del merito e dell’alternanza scuola-lavoro? Con le leggi liberticide volute in continuità dai governi, che garantiscono impunità o lievi pene agli ASSASSINI?
Comunque sia, la responsabilità è collettiva. Di un sistema ostile e disumano, che cerca braccia solo da sfruttare, che si inventa campi di concentramento (Meloni li vuole anche all’estero, vedi Albania) e prigioni amministrative (CPR ex CIE) pur di contenere l’umanità sofferente migrante, senza mai interrogarsi sulle responsabilità del passato coloniale e del presente neocoloniale, come dimostrano le tante guerre di sterminio in corso e i piani per l’accaparramento delle materie prime e dei mercati(vedi il meloniano “piano Mattei”).
Oggi 20 giugno “giornata mondiale ONU del Rifugiato”, le chiacchiere istituzionali si sprecano. La cruda realtà in Italia, dovuta anche alle guerre presenti, è che il diritto-dovere al rifugio/asilo viene meno: profughi e richiedenti asilo vengono sempre più assimilati a “nemici”, da sbattere in galera e/o riconsegnare ai boia da cui sono fuggiti, come accade per palestinesi, curdi e altri ancora, richiedenti asilo.
Con la morte di Satnam Singh siamo giunti alla barbarie senza limiti.
E del resto, di che “lamentarsi” se ormai subiamo la strage perenne di 4 morti del lavoro al giorno, per ultimo il lodigiano di 18 anni, Pierpaolo Bodini anche lui operaio agricolo.
L’indignazione e l’orrore suscitato dall’assassinio di Satnam non può/non deve limitarsi alle parole e alle manifestazioni, bisogna agire presto.
Oltre ad arrestare e condannare i responsabili assassini, bisogna ripulire le campagne pontine (e nazionali) dai Padronacci e dai Kaporali che le infestano.
Non ci vuole molto, occorre volontà politica. Forze dell’Ordine, Prefetture, Ispettorato del Lavoro, conoscono bene la mappa di coloro che fanno uso di bracciantato illegale , di chi si macchia di abusi schiavistici e torture, di quanti non rispettano paghe e contratti : tante, troppe, sono le denunce lasciate nel cassetto, non ci vuole molto se lo si vuole a perseguire e stroncare il malaffare, ripristinando diritti universali e libertà di movimento.
I COBAS si uniscono al dolore della moglie di Satnam e della Comunità Indiana, a cui va il nostro partecipato cordoglio e l’impegno urgente nell’agire per il cambiamento di prospettive e per sradicare lo sfruttamento e il lavoro nero dall’intero Agro Pontino.
Roma 20/6/24
COBAS del lavoro privato