NOTE SUL RINNOVO del CCNL dei Chimici

CCNL-CHIMICIIl 12 gennaio scorso Federchimica, FILTEM CGIL, FEMCA-CISL, UILTEC si sono riunite per discutere l’applicazione delle norme contrattuali previste dal contratto Chimici del Settembre 2012.

Questo contratto infatti era suddiviso in 4 tranche di aumenti per un totale di 148 euro; di questi, 86,62 EURO sono gia’ stati erogati, mentre dei restanti non si sa nulla….

Secondo la versione di FEDERCHIMICA, per effetto del calo dell’inflazione oramai tendente allo zero, i versamenti fatti ai lavoratori avrebbero fino ad ora superato i 34 euro, mentre se dovessero quelli del 2015 ci sarebbe una erogazione in eccesso di altri 45 euro. Come dire: i calcoli che avevamo fatto erano sbagliati, adesso ridateci i soldi!
Essendo l’inflazione ridotta ai minimi termini, in piena deflazione IL PADRONATO CHIMICO BATTE CASSA E CHIEDE LA RESTITUZIONE DI 79 EURO MENSILI, dopo che per anni lo stesso padronato si è ampiamente avvantaggiato della compressione degli stipendi a fronte di margini di profitto crescenti in maniera esponenziale.

Come COBAS, non possiamo dimenticare che gli ultimi rinnovi di contratto chimici, saranno ricordati per alcuni elementi negativi di non poco conto, tra cui come la cancellazione degli scatti di anzianità (fatto gravissimo che ha visto i chimici come apripista nazionali) e la possibilità di deroga Aziendale a tutte le materie del CCNL NAZIONALE (fatto gravissimo con il quale in un solo colpo è stata annullata la valenza del contratto nazionale, conquistato con tante lotte e sacrificio.

L’errore a monte di questa RESTITUZIONE (un Robin WOOD AL CONTRARIO, che toglie ai poveri per dare ai ricchi) sta nel fatto di aver assunto (dal 2009) come parametro l’IPCA, ovvero un INDICE DI CALCOLO PREVISIONALE PER VALUTARE LA CONSISTENZA DEGLI AUMENTI SALARIALI, i quali è bene ricordare sono sempre stati ben lontani dal recuperare i COSTI REALI DELLA VITA.

Spiace constatare che i sindacati confederali preferiscano prestare il fianco a questa operazione di “RESTITUZIONE” dopo aver sottoscritto quel nefasto accordo del 2009.

Inutile far notare che oltre alla perdita certa avuta nei decenni a causa dell’abolizione della scala mobile, si è aggiunta l’introduzione dell’Euro che l egata ad una mancata politica dei controlli (che ovviamente allo stato padronale non serviva in quanto guadagnava con l’iva conseguente) ha ridotto di oltre il 30% minimo il vero potere della busta paga di un lavoratore.

La concertazione sindacale che CGIL-CISL-UIL e UGL hanno sposato, purtroppo per noi lavoratori, ha di fatto permesso lo spostamento delle ricchezze in mano al padronato; ha condannato i lavoratori ad esser succubi di rinnovi contrattuali al ribasso, con la solita scusa che questi avrebbero coinvolto aziende in crisi o sull’orlo di essa (come se le aziende veramente in crisi non chiudessero, paradosso!), spostando le contrattazioni premiali e remunerative al 2° livello (quello del contratto a livello aziendale).

Per chiudere il cerchio, ci giunge informazione (e sarebbe una vera BEFFA!!) che addirittura ci sono aziende con forti utili che legano i rinnovi contrattuali con l’accettazione di riduzione dell’organico attuale presente.

Se non si tratta in questo caso solo di un ricatto, ma anche di un uso scorretto di uso della contrattazione aziendale, la quale, invece di prevedere le integrazioni salariali non citate nel contratto nazionale le trasforma in una mera concessione padronale in cambio dei tagli di personale.

L’effetto sarà non solo sul salario ma anche sui carichi di lavoro.

I COBAS ritengono che i rinnovi contrattuali debbano prevedere miglioramenti crescenti, sul salario, sull’organizzazione del lavoro, sulla sicurezza. Per questo abbiamo sempre avversato le concessioni fatte negli anni dai sindacati concertativi e abbiamo sempre ritenuto che la partecipazione in prima persona possa salvarci da trattative svolte al “buio” e che vedono delegate ai tavoli persone non sempre consapevoli delle dinamiche aziendali.
Giudichiamo inoltre pericoloso questo meccanismo perverso della “restituzione” a fronte dei futuri rinnovi contrattuali che si apriranno nel 2015, a partire da quello delle Telecomunicazioni dove le delocalizzazioni e la precarietà mineranno le ultime certezze del Contratto Nazionale di questo comparto.

29/01/2015

COBAS LAVORO PRIVATO – ADERENTE ALLA CONFEDERAZIONE COBAS

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