Dopo la repressione dei giorni scorsi che ha visto un centinaio di persone state arrestate ieri ad Istanbul e Diyarbakir con l’accusa di far parte del KCK (Unione delle comunità kurde), Proseguono le iniziative in sostegno del POPOLO KURDO. A Roma e Milano due iniziative per denunciare le persecuzioni contro gli AVVOCATI. 24 gennaio 2012 – GIORNATA DELL’AVVOCATO PERSEGUITATO
DALLE 15 ALLE 17 PRESIDI DAVANTI ALL’AMBASCIATA TURCA in Roma, Via Palestro, 28 E DAVANTI AL CONSOLATO TURCO in Milano, Via Larga, 19.
Gli avvocati europei protestano in tutta Europa (L’Aja, Amsterdam, Berna, Berlino, Dusseldorf, Amburgo, Parigi, Bruxelles, Roma, Milano, Barcellona, Madrid e in altre città) contro gli arresti infondati ed illegali e gli ostacoli all’attività degli avvocati in Turchia.
Quest’anno la giornata dell’avvocato perseguitato è dedicata agli avvocati della Turchia che sono stati perseguitati ed arrestati per ragioni politiche, e gravemente ostacolati nella loro attività professionale.
La giornata dell’Avvocato perseguitato è organizzata da tre Associazioni europee di Avvocati, gli Avvocati Europei Democratici (AED-EDL), l’Associazione Europea dei Giuristi per la Democrazia e i Diritti umani nel Mondo (ELDH), l’Istituto dei Diritti umani degli Avvocati europei (IDHAE), che insieme rappresentano avvocati di tutti i paesi d’Europa.
La giornata dell’Avvocato perseguitato è stata promossa per la prima volta da AED-EDL nel 2010, per il sostegno agli avvocati dell’Iran. La data del 24 gennaio è stata scelta in ricordo dell’assassinio di 4 avvocati del lavoro e di un loro collaboratore a Madrid nel 1977 (Massacro di Atocha), durante la transizione dopo la morte del dittatore spagnolo Franco. Gli autori del crimine erano vicini a partiti e organizzazioni di destra.
Per protestare contro gli illegali e intollerabili ostacoli nei confronti degli avvocati turchi e contro le gravi violazioni di diritti umani connesse, avvocati in diverse città d’Europa organizzeranno proteste di fronte ad Ambasciate e Consolati turchi. Una petizione sarà consegnata al Governo turco. Ad Amsterdam,
Barcellona, Berlino, l’Aja e in altre città saranno organizzati forum e assemblee.
Per decenni organizzazioni per la difesa dei diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche l’Unione Europea, hanno apertamente denunciato le violazioni di diritti umani che sono state commesse o tollerate dallo Stato turco. Queste violazioni sono state compiute non solo contro oppositori politici al Governo ma anche contro minoranze, in particolare contro la popolazione curda nella Turchia. Esse sono state dirette anche contro gli avvocati che hanno il coraggio di difendere le vittime di tali violazioni dei diritti umani commesse dallo Stato.
Secondo stime non ufficiali circa 8.000 presunti membri del KCK sono stati arrestati sulla base della legge Antiterrorismo del 1991, in molte città e province turche nel corso della cosiddetta operazione KCK. KCK è l’Unione delle Comunità in Kurdistan, un’organizzazione curda che è sospettata dal Governo turco di collaborare con il PKK. Più di metà degli arrestati sono ancora in carcere. Rispondendo alle preoccupate richieste della Commissione europea, il Governo turco ha ammesso solamente la detenzione continuata di 605 persone. Il processo contro i presunti membri del KCK è cominciato il 18 ottobre 2010 a Diyarbakir davanti alla Sesta Alta Corte Criminale. Di 151 imputati, 103 sono ancora in custodia cautelare, 8 di loro sono avvocati. Il 19 ottobre 2010, così come nelle successive udienze, la difesa ha insistito per una difesa in curdo che è stata rifiutata dalla corte. Al contrario, più di 100 avvocati -molti di loro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Diyarbakir- sono stati indagati per questa richiesta.
Durante molte sessioni della corte, avvocati di diversi paesi europei hanno partecipato come osservatori, fra loro molti colleghi di AED-EDL ed ELDH. Un avvocato italiano che intendeva partecipare quale osservatore al processo KCK a Diyarbakir, Arturo Salerni, è stato arrestato all’aeroporto di Istanbul e deportato in Italia dopo un giorno.
Il 22 novembre nel corso del cosiddetto processo KCK, gli attacchi contro gli avvocati sono arrivati a un’intensità mai vista. Queste violazioni sono culminate nell’arresto di 36 avvocati turchi e curdi. I loro uffici sono stati perquisiti. Molti di loro erano attivi come avvocati difensori nel processo KCK a Diyarbakir o per Abdullah Ocalan. Azioni simili sono state compiute il 20 dicembre 2011 contro giornalisti, e venti di loro sono stati arrestati.
AED-EDL, ELDH ed IDHAE condannano con forza le sopra indicate azioni e chiedono quanto segue:
– La Legge Anti-terrorismo turca del 1991 protegge la sicurezza dello Stato a scapito della libertà e della sicurezza degli individui, viola le leggi internazionali sui diritti umani e deve perciò essere abrogata.
– Immediato rilascio degli avvocati arrestati e garanzia di un pieno e libero esercizio del loro ruolo di avvocati indipendenti.
– Un processo equanime per gli imputati nel processo KCK, e l’ammissione senza restrizioni di osservatori legali stranieri al processo.
– Un’indagine internazionale indipendente sulle azioni sopra indicate, con l’obiettivo di individuare i responsabile per questi arresti e l’ostruzione del libero esercizio del ruolo di avvocati indipendenti.
Prof. Bill Bowring, avvocato, Presidente ELDH, Londra www.eldh.eu
Gilberto Pagani, avvocato, Presidente AED-EDL, Milano tel. 0039 347 2257078 www.aed-edl.net
Bertrand Favreau, avvocato, Presidente IDHAE, Parigi www.idhae.org
Thomas Schmidt, avvocato, Segretario Generale ELDH, Dusseldorf tel. 0049 17 26810888
Hans Gaasbeek, avvocato, vicepresidente AED-EDL, Coordinatore della commissione “Difesa per la difesa “, Amsterdam tel. 0031 6 52055043
Ivonne Leenhouwers, avvocata, co-coordinatrice della commissione “Difesa per la difesa”
Associazione Progetto Diritti Onlus
Via Ettore Giovenale 79 – 00176 Roma
Tel/fax 06298777
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www.progettodiritti.it
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