Dopo più di due anni dalla scadenza del precedente CCNL, le leghe cooperative (LEGA COOP, FEDERSOLIDARIETA’, AGCI SOLIDARIETA’) ed i Sindacati Confederali (CGIL-CISL-UIL) hanno trovato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo delle cooperative sociali, contratto che interessa oltre 200.000 lavoratori e lavoratrici. In attesa di leggere nei dettagli l’accordo firmato possiamo già parlare di un adeguamento economico ridicolo.
Dopo Più due anni di ritardo, infatti, viene siglata una intesa che, non prevedendo arretrati (chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato) elargisce agli addetti del settore UNA MANCIA DI 70€ SPALMATI IN 15 MESI per il C1 a tempo pieno, l’introduzione massiccia dell’APPRENDISTATO come strumento di compressione dei costi (in un settore già strutturato come precario, grazie ad appalti e convenzioni e nel quale la professionalità di educatori ed OSS è già certificata da lauree e attestati sanitari), il potenziamento della CONTRATTAZIONE DECENTRATA (e già immaginiamo i ricchi premi e cotillons che le aziende, le provincie e le regioni istituiranno per i lavoratori del settore) con la deroga allo stesso CCNL, per l’applicazione degli incrementi salariali, alle “imprese” in difficoltà.
In sintesi, un trionfo di Cisl e Uil e dell’Accordo Quadro del 2009 sulla riforma degli assetti contrattuali, contro il quale allora la Cgil alzò le barricate, indisse consultazioni e referendum abrogativi, maledicendo il governo Berlusconi. Accordo Quadro che la stessa Cgil, molto pragmaticamente, non ha mai messo in discussione in sede di rinnovo di molti CCNL, per ultimo quello delle Cooperative Sociali.
Questa intesa conferma il completo distacco delle OO.SS FIRMATARIE dalla realtà di un settore dove la media salariale si aggira sui 500-700 EURO mensili ( quando va bene e dopo anni di sacrifici 900-1000) e conferma pure la totale complicità di interessi con datori di lavoro.
Il RINNOVO del CCNL delle COOPERATIVE, non rappresenta alcun passo avanti non solo in termini salariali : Nessuna garanzia sui diritti, sulla continuità del lavoro, nessuna limitazione per le aziende committenti (molto spesso enti pubblici,istituzioni locali e grandi imprese), nessuna limitazione alle GARE CON IL MASSIMO RIBASSO.
IL SOCIALE BENE COMUNE è un meccanismo ancora lontano, agevolato in questo dalla frammentazione dei lavoratori e dalle lavoratrici del settore, ma che si scontra anche con nemici forti e importanti che fanno del clientelarismo e della riduzione del costo del lavoro un obiettivo fondamentale per mantenere intatti i propri profitti, trovando in questo alleati importanti, nei partiti e nelle istituzioni locali, nelle organizzazioni sindacali compiacenti, nelle imprese.
Roma 23/12/2011 COBAS LAVORO PRIVATO
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