Iacovone: eterologa, no di Ema e responsabile della campagna vaccinale in Israele ma Aifa si piega ai voleri di Governo. Commessi e commesse, che non erano stati inseriti in nessuna priorità vaccinale e a torto, hanno approfittato degli open day AstraZeneca per riuscire finalmente ad avere una copertura vaccinale. E adesso, a consenso informato già firmato, si ritroveranno a subire un mix di vaccini dopo il no Arnon Shahar, responsabile della campagna vaccinale in Israele: «Mixare i vaccini è una scelta che al momento andrebbe presa solo in condizioni disperate. Sarebbe ragionevole solo se ci fosse un’impennata di casi, non ci fossero abbastanza dosi per proteggere i cittadini e non ci fosse altra scelta. Non ci sono studi sufficienti sulla cosiddetta ‘eterovaccinazione’. Per ora è meglio eseguire il richiamo con lo stesso siero» e dopo il No dell’Ema.
«Dopo il danno di non essere ricompresi nelle categorie prioritarie del piano nazionale di vaccinazione – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – la beffa dell’approvazione “a sentimento” dell’Aifa per il mix dei vaccini. Senza uno straccio di studio randommizzato e in palese violazione del metodo scientifico che prevede studi, pubblicazioni e poi, solo poi, approvazioni degli enti regolatori»
«Commesse e commessi, moltissimi giovani, hanno approfittato degli open day delle regioni per vaccinarsi con Astrazeneca – prosegue il sindacalista – una scelta obbligata dalla miopia di una politica che, a differenza della Germania, non li ha previsti nel piano nazionale vaccinale come priorità. Anche se la categoria è una di quelle che non si è fermata mai e opera in condizioni di perenne assembramento in luoghi chiusi e mal areati.»
«In molti rinunceranno alla seconda dose eterologa e questo renderà il raggiungimento della sicurezza collettiva una chimera. Gli Open Day sono stati il modo per smaltire un vaccino rischioso per alcune fasce d’età, ora però vogliamo sapere chi sarà responsabile e chi pagherà le conseguenze politiche e legali nel caso in cui ci fosse una nuova Camilla, causata dalle conseguenze di una pratica vaccinale senza alcuna approvazione vera degli enti regolatori.» – conclude Iacovone
Roma, martedì 15 giugno 2021
Per il Cobas Nazionale – Francesco Iacovone