Appalti & Part Time: i sistemi preferiti dai datori di lavoro, privati e pubblici, per ricattare e sfruttare lavoratrici e lavoratori

Venerdì 27 settembre 2019, dalle 14:00 alle 17:00 presidio davanti la sede del Ministero del Lavoro Via Molise angolo via Vittorio Veneto – Roma. Centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori subiscono da anni l’umiliazione della precarietà nel modo del lavoro (nella sanità, nelle scuole, nei beni culturali, negli enti locali, nella logistica, nei call center, nei servizi di vigilanza) a causa dell’abuso che i datori di lavoro fanno delle norme che regolano gli appalti, nel settore pubblico e in quello privato, nonché delle norme che regolano i contratti di lavoro a tempo parziale. Un abuso che viene perpetrato a causa di norme spesso evasive e non chiare, che anziché tutelare i diritti dei c.d. prestatori di lavoro sono sfacciatamente sbilanciate in favore dei datori di lavoro, i quali non si fanno scrupolo di piegare la norma legale al fine di sfruttare al meglio i propri dipendenti.

Su questi temi le lavoratrici e i lavoratori chiedono un confronto, in occasione del presidio, con il Governo per denunciare lo stato di assoluto sfruttamento subito in anni di precarietà e mettere fine ad esso attraverso interventi legislativi che sanino definitivamente tale situazione.

Gli appalti ad alta intensità lavorativa, che spesso mascherano la pratica illegittima di mero affitto di manodopera, rappresentano una delle piaghe sociali del nostro Paese. Un piaga purulenta che infetta tutto il mondo del lavoro privato – dove i settori della logistica, del commercio, delle telecomunicazioni, del facility management, della vigilanza armata e non armata, rappresentano solo la punta dell’iceberg – e di quello della pubblica amministrazione – dove è appaltato a cooperative o società di capitali lo svolgimento di servizi essenziali, attività operative ovvero di tipo impiegatizio, all’interno delle strutture pubbliche: gli ospedali e le Aziende sanitarie (pulizie, ausiliari, mense, attività di prenotazione e cassa dei CUP, attività amministrative, infermieri e specialisti vari), Musei, parchi archeologici, biblioteche, Bioparchi (accoglienza, biglietterie, assistenza), le attività di assistenza alla persona svolta dagli enti locali o dallo Stato (assistenza domiciliare, case famiglia, RSA, asili nido, scuole), il PARLAMENTO (pulizie, servizi di biblioteca, facility) le strutture ferroviarie, portuali e aeroportuali, etc. (pulizia, facility, assistenza); ovvero svolgono quelle attività tramite call center esterni (informazioni, assistenza, contratti, biglietteria, prenotazioni prestazioni sanitarie – ReCup, – …) in nome e per conto numerose imprese ed enti privati e pubblici (TIM, Vodafone, Fastweb, Wind-Tre, Eni, Enel, INPS, INAIL, Regioni e Comuni, solo per citarne alcuni).

I contratti di lavoro a tempo parziale, cinicamente “venduti” come modalità per coniugare la vita familiare con quella lavorativa, rappresentano l’altra piaga infetta che flagella il mondo del lavoro. Le clausole elastiche e flessibili previste dalla legge (nominalmente volontarie ma introdotte forzatamente in occasione di ogni nuova assunzione) e la mancata trasformazione del contratto a tempo pieno pongono le lavoratrici e i lavoratori in una condizione di assoluto ricatto. La

sottoscrizione di un contratto a tempo parziale, lungi dall’essere una libera scelta del singolo, rappresenta la forca caudina alla quale giovani e meno giovani si devono sottomettere per entrare e/o permanere nel modo del lavoro. Un contratto che li rende schiavi e a completa disposizione del datore di lavoro, in cambio di un reddito ben al di sotto di quello necessario per assicurare a sé e alla propria famiglia una vita libera e dignitosa.

E’ inutile sottolineare che spesso lavoro in appalto e lavoro a tempo parziale sono condizioni di precarietà che coesistono. Ed è inutile anche sottolineare che in stragrande maggioranza i dipendenti che subiscono tali condizioni sono DONNE.

Per impedire tali abusi e sanare la situazione sono sufficienti semplici modifiche delle norme legali che dipendono solo dalla volontà politica.

E’ ora di mettere mano alle leggi per restituire dignità a lavoratrici e lavoratori:

Appalti: applicazione dell’art. 2112 c.c. in ogni caso di appalto ad alta intensità lavorativa;

Appalti: riconoscimento delle condizioni economiche applicate al personale del committente, quando più favorevoli, come già previsto per il lavoro interinale;

Appalti nella P.A.: stabilizzazione e internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari che hanno svolto attività nella P.A. attraverso gli appalti alle società private;

Appalti nella P.A.: valutazione nelle procedure concorsuali dei periodi lavorati per la P.A. presso società appaltatrici private.

Part-time: eliminazione delle clausole flessibili ed elastiche, ovvero loro contestabilità in qualsiasi fase del rapporto di lavoro senza motivazione alcuna;

Part-time: ripristino della comunicazione obbligatoria all’ITL dell’orario di lavoro CONCORDATO tra dipendente e azienda, verifica da parte della ITL, su richiesta del dipendente, del rispetto dei principi di legalità della griglia oraria “concordata”;

Part-time: diritto di trasformazione a tempo pieno, o di aumento del parametro orario, in ragione del lavoro supplementare utilizzato dall’impresa nel trimestre precedente, ovvero preventivamente a nuove assunzioni.

Cobas del Lavoro Privato