Cobas AMA – Cosa sta accadendo a Maccarese?

È storia di queste ultime settimane  che presso l’impianto di compostaggio  Ama di Maccarese un nostro collega  Fabrizio, operatore di sala manovra livello 4a, trasferito dal Termovalorizzatore di Ponte Malnome (che a detta dell’azienda doveva effettuare una fase di “Revamping” invece mai iniziata e utilizzata solo come scusa per chiudere l’impianto) si ritrova a svolgere altre mansioni ovviamente di inquadramento inferiore.

Alla richiesta di Fabrizio di svolgere il ruolo che lui da 14 anni ha sempre svolto professionalmente per l’azienda, il responsabile di impianto Mazzoni e il capoturno Quaglia si mettono a prendere di mira Fabrizio con volontà persecutoria, solo perché da anni difende i diritti propri e quelli degli altri lavoratori, tanto che nel giro di pochi giorni gli sono stati addebitati 10 (dieci) rapporti informativi. I primi tre già  trasformati in contestazioni disciplinari, due dei quali perché Fabrizio si sveste dei DPI 15 minuti prima dello stacco, come da accordo sindacale del 17 febbraio scorso.

Peraltro, in merito a tale cosa ci sono  varie sentenze della cassazione: “Il tempo necessario alla vestizione del lavoratore va considerato e retribuito quale lavoro effettivo, ossia quale lavoro che richiede un’occupazione assidua e continua ex art. 3 r.d.l. n. 629/1923, quando l’operazione sia diretta dal datore di lavoro, che ne disciplina il tempo e il luogo di esecuzione, oppure si tratti di operazione avente carattere strettamente necessario ed obbligatorio per lo svolgimento dell’attività lavorativa (cfr. ex multis Cass. n. 2135/2011).

In altre parole, il tempo divisa va retribuito quando la scelta dei tempi e dei luoghi in cui procedere alla vestizione e alla svestizione della divisa non è rimessa al lavoratore ma imposta per eterodeterminazione, la quale può derivare dall’esplicita disciplina d’impresa, o risultare implicitamente dalla natura degli indumenti da indossare o, dalla specifica funzione che essi devono assolvere nello svolgimento della prestazione” (Cass. n.1352/2016).

In tutto questo ci sono  CGIL, CISL, UIL e FIADEL che firmano accordi e poi scatenano i propri sgherri contro i lavoratori per impedire qualsiasi rivalsa contro l’azienda.

Roma 14/06/2017

COBAS AMA

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