FROSINONE/MAFIA CAPITALE : servizi pubblici contro illegalità

bastaprecarietà-assunzionesubitoI COBAS di FROSINONE e il Comitato di Lotta, intervengono nuovamente (sulla loro pagina web) sulla vicenda degli appalti, sul modello di gestione privata dei servizi pubblici, sulle ricadute che queste scelte hanno sui lavoratori, le lavoratrici, la cittadinanza.

La gestione pubblica dei servizi come contrasto alla illegalità – Lettera aperta

 La difesa dei servizi pubblici dal “modello” della privatizzazione ad ogni costo deve segnare, con l’inchiesta  mafia-capitale, una riflessione profonda in merito alla gestione della cosa pubblica, soprattutto negli enti della provincia di Frosinone, protagonisti di una accelerazione nella gestione privatistica dei servizi.

 Nonostante le indicazioni della Corte dei Conti, già dal marzo 2011, non escludessero il recupero della società Frosinone Multiservizi e, in una successiva delibera, la stessa Corte esprimesse parere favorevole sulla nascente Servizi Strumentali srl che appariva l’altro possibile obiettivo per il mantenimento delle maestranze della Frosinone Multiservizi in liquidazione, si seguì, invece, la strada delle cooperative sociali (delibera di GC 96/2013 del Comune di Frosinone Approvazione avviso pubblico per la manifestazione di interesse da parte delle cooperative sociali di tipo B iscritte nell’elenco generale), a cui fece seguito l’avviso pubblico del 9/3/13.

Eppure importanti esponenti della maggioranza consiliare, sino all’estate 2012, ribadivano con convinzione la necessità di una nuova società pubblica anche davanti alle malriposte perplessità di altri enti nella costituzione di una società partecipata pubblica.

 La Confederazione Cobas, con note del 12 aprile 2013 ed una successiva del 26 aprile 2013, richiamava l’attenzione dell’ente sulle forzature che si andavano creando nella esternalizzazione dei servizi riguardanti l’iter amministrativo, le motivazioni economiche e l’eventuale passaggio dei lavoratori.

 Si ricordano brevemente:

a)         Lo strumento previsto dalla AVCP (oggi Autorità Nazionale Anticorruzione) det. n.3 del 1/8/12 Linee guida per gli affidamenti a cooperative sociali ai sensi dell’art. 5, comma 1, della legge n. 381/1991 prevedeva uno specifico iter per il reinserimento di lavoratori svantaggiati, che però non riguardava i lavoratori della Frosinone Multiservizi spa, che sì provenivano dal bacino dei lavoratori socialmente utili, ma dopo i 60 mesi di stabilizzazione perdevano le caratteristiche previste dal d.to l.vo 468/97.

b)         L’operazione di ricorrere alle cooperative risultò essere un vero e proprio “subentro”, Tale subentro doveva effettuarsi secondo condizioni contrattuali, con modalità di trasparenza e coinvolgimento delle parti sociali ai fini della tutela dei lavoratori. Cosa non avvenuta.200-frosinone

c)         Il bando, redatto per ricorrere alle cooperative sociali, allegato alla delibera di GC 96/2013 del Comune di Frosinone, stabiliva, ai Criteri di Selezione, che il personale che la società dovrà impegnarsi ad assumere sarebbe dovuto essere quello «del bacino LSU confluito nella società Frosinone Multiservizi spa in liquidazione»… cosa che non è accaduta.

 Sorda a questi richiami, l’Amministrazione procedeva con estrema rapidità all’affidamento temporaneo dei servizi, presentando ragioni indefettibili ai lavoratori: il risparmio complessivo, il mantenimento delle maestranze e il non abbassamento del reddito. L’esternalizzazione dei servizi invece oggi costa di più, introduce l’idea del profitto contraria al concetto di servizio pubblico; riduce le risorse per i lavoratori precarizzandoli senza un orizzonte di continuità certo. Si sono spacchettati servizi e parti di essi rendendoli non convenienti, non efficienti, non flessibili organizzativamente, tanto da dover ricorrere ad altre indispensabili attività collaterali che a loro volta sono appaltate all’esterno con maggiori costi per l’Ente. Si è ridotta l’autonomia di gestione per l’Ente che non controlla più l’efficacia dei servizi e non opera nella redistribuzione di risorse e reddito attraverso il lavoro.

 Contestualmente i lavoratori ponevano all’Amministrazione proposte alternative meno onerose, più certe e meno precarie riuscendo a coinvolgere altri attori, facendo impegnare soldi dalla Regione e individuando una possibile strada per gli eventuali esuberi. I lavoratori, altresì, sono e rimangono disponibili alla riduzione della parte più consistente del debito della Frosinone Multiservizi che riguarda vertenze di lavoro. La pressione dei lavoratori è sfociata in un accordo politico tra gli enti lo scorso 12 dicembre, che seguiva quello regionale e quello della frosinone-manifestoCommissione consiliare del Comune di Frosinone di giugno.

Ma le scelte dell’Ente sono inesorabilmente quelle dell’utilizzo dell’istituto della proroga per quasi due anni nell’affidamento dei servizi alle cooperative sociali.

 Due di questi appalti Affidamento servizi di supporto alla gestione degli impianti sportivi e agli eventi culturali e di spettacolo e Servizi di supporto al Museo Archeologico, Biblioteca Comunale ed altre strutture aventi finalità culturali sono stati aggiudicati a seguito di bando alla cooperativa Sol.Co., stesso soggetto che aveva “temporaneamente” gestito gli affidamenti fin dalla esternalizzazione dei servizi.

Il secondo di questi, l’affidamento dei servizi di supporto al Museo Archeologico, Biblioteca Comunale ed altre strutture aventi finalità culturali, ha subito un tormentato iter di aggiudicazione a seguito di un ricorso amministrativo, accolto dal TAR in primo grado, di un contendente, classificatosi primo in graduatoria, escluso pur avendo fatto l’offerta migliore – a causa della “elevata differenza tra i ribassi tra l’impresa prima in graduatoria e le successive”. La successiva sentenza del Consiglio di Stato diede invece modo di aggiudicare la gara definitivamente alla Sol.Co., seconda classificata.

 Con l’inchiesta “mafia-capitale” ed altre connesse, le perplessità di cosa possono rappresentare facili e spregiudicate esternalizzazioni sono diventate terribili certezze, che coinvolgono indirettamente anche soggetti che oggi sono oramai in pianta stabile nella città di Frosinone. Le inchieste che partono dalle intercettazioni al comune di Roma vedono citata in almeno cinque filoni di indagine la cooperativa Sol.Co. e alcuni suoi dirigenti.

  1. Nell’appalto dei giardini delle ville storiche di Roma, “di cui una conversazione tra Buzzi (uno degli indagati eccellenti dell’indagine romana) e Monge  (presidente Sol.CO.) secondo i Pm evidenzia «in maniera inequivocabile come Buzzi vantasse una notevole influenza nei confronti delle cooperative concorrenti, tanto che il Presidente del Sol.Co., di fronte a Buzzi che gli manifestava il proprio disappunto per il fatto che “stai proprio su di me”, si giustificava manifestando piena disponibilità a “trovare una soluzione se c’è un problema”»” (da www.osservatorelaziale.it);
  2. con le contestazioni in merito al non ben chiaro utilizzo dei beni espropriati alla mafia, come il Nuovo Cinema Aquila di Roma (da www.osservatorelaziale.it);
  3. in merito ad una non meglio precisata gara da 60 milioni (http://www.iltempo.it/roma-capitale/2014/12/04/dalle-indagini-spuntano-altri-politici-per-avvicinare-gli-eletti-in-campidoglio-pure-l-idea-di-formare-una-lista-civica-bonifici-alla-fondazione-de-gasperi-frattini-non-so-nulla-c-era-panzironi-1.1353366);
  4. riguardo alla gestione dei flussi migratori e dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA CAMERA 12/11/2014 348 4 306304 PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ 12/11/2014 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI MINISTERO DELL’INTERNOPRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI MINISTERO DELL’INTERNO);
  5. nella vicenda dei vestiti usati prelevati dai cassonetti gialli, nel quale è “Buzzi «il raccordo terminale delle consorterie che si dividono l’affare dei rifiuti tessili a Roma», e lo farebbe tramite un imprenditore, tale Mario Monge, presidente dell’importante consorzio Sol.co (…). Così come la stessa cooperativa Horizons, che fa parte di Sol.co e che gestisce quello che un tempo era il quartier generale di Enrico Nicoletti, il cassiere della banda della Magliana” (da L’Espresso del 15/1/15). In questa inchiesta viene arrestato Roberto Monti amministratore di fatto della ditta “New Horizons onlus” e vice presidente del consiglio di amministrazione della “Sol.Co.” (www.cronachecittadine.it).

Considerando che l’Amministrazione è già dovuta intervenire nel recente passato in merito alle note vicende inerenti l’appalto dei rifiuti; visti gli affidamenti con l’ennesima proroga fino a tutto aprile dei servizi già della Frosinone Multiservizi (verde, assistenti scuolabus, asili nido, cimitero, ausiliari del traffico, manutenzioni, segnaletica, viabilità); alla luce delle inchieste in corso e degli arresti; richiamando l’attenzione riguardo le preoccupazioni della magistratura sulle procedure e le eventuali ulteriori modalità con le quali soggetti esterni possano acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici [tratto dall’inchiesta mafia-capitale], si chiede l’attivazione di tutte le misure precauzionali necessarie inerenti sia gli affidamenti in proroga, sia gli appalti già aggiudicati della coop. Sol.CO..

I lavoratori della ex Multiservizi, coloro rimasti fuori dal lavoro dopo 17 anni, ma anche quelli che sono all’interno di questi appalti, attendono le iniziative dell’Ente affinché sia sgomberato il campo da qualsiasi dubbio, da qualsiasi macchia, da qualsiasi alone di cattiva o superficiale amministrazione.

Tutto questo a tutela dell’ente, della trasparenza amministrativa, della legalità nella città di Frosinone e per tutti i cittadini che, anche loro, ogni giorno si rimboccano le maniche per affrontare umilmente ed onestamente la propria quotidianità.

 

Cordiali saluti.   Frosinone 22 gennaio ’15

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