Invitalia e MIMit non rispettano gli impegni assunti e rischiano di lasciare a casa 700 lavoratori della Natuzzi Spa

Lo scorso 2 febbraio si è tenuto in un incontro presso la Presidenza della Regione Puglia per monitorare l’esecuzione del Piano industriale presentato da Natuzzi Spa, come politica alternativa all’espulsione traumatica di circa 700 suoi dipendenti.

Lo stesso Piano industriale era stato recepito e concordato da Istituzioni e sindacati in data 28 giugno 2018, sottoscrivendo un verbale in cui, tra l’altro, si prevedeva un costante monitoraggio dell’applicazione del Piano industriale, come avvenuto, per l’appunto, in data 2.2.2023.

Parte fondamentale e non derogabile del Piano è il cofinanziamento pubblico da aggiungersi a quello stanziato da Natuzzi spa, per gli investimenti necessari alla realizzazione di Fabbrica 4.0. Progetto che appare come unica alternativa all’assorbimento dei 700 esuberi accertati tra gli stabilimenti Natuzzi pugliesi e lucani.

Tuttavia, ad oggi Invitalia, che agisce un po’ come soggetto liquidatore dei fondi pubblici stanziati dal MIMIt (Ministero delle Imprese e Made in Italy) ha versato solo la prima tranche del dovuto a novembre 2019, mentre lo scorso 2 febbraio, sollecitata dai vari soggetti politici e sindacali presenti all’assise a versare le rate successive, ha assicurato i presenti impegnandosi a liquidare la seconda tranche entro la fine del mese. Impegno che puntualmente non ha mantenuto.

Abbastanza prevedibile è sembrata la nota diffusa da Natuzzi il 2 marzo, in cui mette le mani avanti e sostanzialmente chiarisce che i licenziamenti di massa in azienda sono stati evitati solo grazie ai fondi messi sul piatto dal Governo, se però vengono meno, la scure dei tagli all’organico è sempre pronta ad abbattersi sui malcapitati dipendenti.

Pertanto, il lavoro fatto con grande fatica in questi anni sui tavoli Istituzionali e Sindacali, i continui sacrifici economici e umani fatti dai Lavoratori rischiano di saltare perché Governo e Invitalia non fanno seguito agli accordi presi.

Le Federazioni del Lavoro Privato di Cobas e USB non ci stanno!!

Si chiede, quindi, al Mimit di convocare urgentemente un tavolo nazionale monotematico in cui i soggetti preposti possano spiegare se questi ritardi sono dovuti alla solita burocrazia all’italiana oppure c’è dietro un disimpegno verso gli accordi sottoscritti in merito alla vertenza Natuzzi.

USB e Cobas non staranno fermi a guardare e metteranno in campo tutte le iniziative necessarie, compreso un’aspra e sonora protesta da tenersi a Roma, interessando, se fosse necessario, anche la Presidente del Consiglio dei Ministri.

Per Usb e Cobas “esuberi zero alla Natuzzi Spa” è l’unico e irrinunciabile obbiettivo da raggiungere obbligatoriamente. 

Cobas del Lavoro Privato

Usb-Lavoro Privato