LIVORNO : PEOPLE CARE…Una non soluzione : 6 mesi di Proroga

people_care2L’incontro del 29 Gennaio al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha prodotto un vago impegno da parte di SEAT a dilazionare di 6 mesi la chiusura delle commesse, a patto che People Care si impegni a riformulare una proposta vantaggiosa in termini di costi.  Presenti il vice ministro De Vincenti, l’azienda, i sindacati confederali e le RSU aziendali più i rappresentanti di Regione (Simoncini), Comune di Livorno (Martini) e Comune di Collesalvetti (Bacci).

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Una trattativa con sullo sfondo una Azienda inerte e una istituzione imbarazzata di fronte a tanta inettitudine, entrambi comunque incapaci a dare risposte forti alla crisi del settore dei CALL CENTER. Il ministero si è impegnato e alla fine a Strappato a SEAT un impegno a incontrare PEOPLE CARE e un impegno a dilazionare di 6 mesi la scadenza della commessa a condizione che l’Azienda (che intanto continua a portare via lavoro da Livorno) presenti delel offerte vantaggiose alla committente. Sullo sfondo il Governo e i Sindacati si sono fatti belli dell’impegno per contenere il fenomeno delle delocalizzazioni :

Da tempo le parti sono sedute ad un tavolo negoziale sul tema dei CALL CENTER per verificare la possibilità di arginare il tema delle delocalizzazioni, nel tentativo di RENDERE MENO SELVAGGIO il mercato. In particolare il Ministero ha avviato le verifiche a campione circa il rispetto dell’operatori dell’obbligo di legge di dichiarare la nazionalità del CC stesso. LA verifica in particolare serve a verificare la possibilità che l’Operatore offra la possibilità di un collegamento automatico con l’Italia nel caso in cui il cliente decida di noln voler parlare con un operatore che ha sede all’estero. L’altro obiettivo che il Ministero si è fissato, è quello di rendere più appetibili le gare di appalto. Altro passaggio : è in via di approvazione una nuova norma per le gare nella Pubblica Amministrazione per contenere le Gare al Massimo Ribasso. Se questo è il quadro nel quale si dovrebbero salvare i 450 posti di lavoro a PEOPLE CARE i dubbi espressi dalla RSU COBAS presente all’incontro sono legittimi :

Nonostante riteniamo apprezzabile l’impegno del vice ministro a tentare di riattivare un dialogo fra Seat e People Care, che sembrava congelato da mesi, non possiamo dirci soddisfatti della proroga. Se un accordo fra le parti in questo senso dovesse essere raggiunto, supponiamo che avrebbe un costo per i lavoratori che a Livorno non hanno alcuna integrazione salariale, a parte (alcuni) un superminimo derivante dal passaggio contrattuale da grafici a telecomunicazioni, e che già 5 anni fa hanno accettato un accordo sulla flessibilità che ha avuto ricadute economiche e di organizzazione del lavoro importanti e che avrebbe dovuto salvarci dal triste destino della mono commessa.

Questi sei mesi possono essere letti come un’opportunità positiva soltanto se si sceglie di fidarsi per l’ennesima volta di questa azienda, come tempo ulteriore per riportare commesse strappate a Livorno in seguito alla chiusura di Voice Care o per trovarne di nuove (due cose, queste, che fino a due settimane fa erano dichiarare impossibili dalla stessa azienda).  Inoltre, potrebbero essere utili al governo per lanciare dei segnali forti e decisi per una regolamentazione seria del mercato di settore ai prossimi incontri del tavolo sui call center, senza le quali soluzioni come quella che ci viene offerta perdono del tutto di significato e non serviranno di certo a salvare ne’ i nostri, ne’ i moltissimi altri posti di lavoro a rischio nel nostro settore. Attendiamo quindi di conoscere l’esito dell’incontro fra Seat e l’azienda, soltanto in seguito a quello potremo avere un minimo di visibilità sul prossimo futuro.

Nel frattempo, continueremo a fare pressioni affinché la nostra situazione venga tenuta in considerazione dalle istituzioni a ogni livello e che venga discussa al tavolo di crisi su Livorno: gli eventuali sei mesi di proroga devono servire anche a loro per provare a pensare, assieme a sindacati e lavoratori a un progetto che possa portare alla salvaguardia di questi altri 450 posti di lavoro che un territorio come Livorno non può permettersi di perdere.

M.L, RSU Cobas People Care

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