ALMAVIVA : TRATTATIVE CON RICATTO

almavivaCOMUNICATO
L’incontro del 5 dicembre tenutosi alla U.I.R. ha mantenuto tutte le previsioni negative. Come annunciammo circa un mese fa nelle assemblee, mentre in azienda qualcuno parlava di elezioni e parcheggi, la scure della proprietà si sta abbattendo sui lavoratori.
Il quadro generale è il solito ritornello degli ultimi anni: il settore CRM inbound avrebbe un margine negativo con una diminuzione dei volumi e con poco valore economico, industriale e finanziario; delocalizzazioni, poca flessibilità e costo del lavoro più alto degli altri competitor aggraverebbero la situazione di Almaviva. Situazione che determinerebbe: difficoltà di acquisizione di nuove commesse, esuberi strutturali e sbilanciati fra le varie sedi, perdite decine di milioni di euro. La CDS in questi anni non avrebbe contenuto le perdite che si incremeterebbero a causa degli aumenti del costo del lavoro (rinnovi contrattuali e scatti d’anzianità); Almaviva Contact si avvierebbe verso una perdita nei prossimi mesi di decine di milioni di euro; dovrebbero mettere in liquidazione la società, ma non lo fanno perché sono buoni.
Da queste premesse scaturisce la “proposta” aziendale, che puzza molto di ricatto:
da una parte “l’inferno”: societarizzazione (spezzatino in 6-7 società), mobilità o CDS al 45% senza anticipo degli stipendi nei diversi siti, trasferimenti di massa presso altre sedi d’Italia, delocalizzazione, pagamento dello stipendio il 15 del mese, ecc.;
dall’altra la loro proposta “innovativa”: con una decurtazione del salario pari a quella che oggi abbiamo con la CDS (con la “leggerissima” differenza che ci toccherà venire a lavorare 5 gg in più al mese!) tutta la situazione catastrofica descritta in premessa sparirebbe magicamente nel nulla: niente societarizzazione, niente esuberi, niente CDS al 45% o mobilità, niente “deportazioni”, ecc., aumento dei volumi e piena occupazione!
Aspettiamo che qualcuno ci spieghi il prodigio!
Non è degno neanche di commento lo “specchio per le allodole” dello “Strumento Finanziario Partecipativo”.
Ovviamente il tutto va tassativamente deciso entro pochi giorni e il piano dettagliato verrà mostrato solo dopo un’accettazione di massima di questo “propostone”, che comunque andrebbe in vigore alla chiusura della CDS.
La richiesta aziendale ci appare un atto offensivo verso tutti i lavoratori!
Definire “innovativa” la richiesta di tagliare i nostri già ridicoli salari è un’affermazione che trasuda sfrontatezza, non nuova peraltro, a quest’azienda.
Inoltre, cedere al ricatto aziendale significherebbe dare vita ad un devastante precedente! In pratica si demolirebbe una delle principali funzioni del CCNL, quella di garantire retribuzioni uguali per tutti ed impedire un’inevitabile spirale al ribasso dei salari di tutti i lavoratori del comparto (e non solo): il progetto di Confindustria, avallato da CGIL-CISL-UIL con i vari accordi firmati negli ultimi anni!
Gettando fumo negli occhi garantendo la condizione retributiva legata ai contratti di solidarietà che prevedono sì una riduzione del salario ma legata ad una riduzione dell’orario di lavoro, concretamente si chiede di lavorare di più e guadagnare di meno!
Finalmente il “filantropo” Tripi ha svelato la sua ricetta anticrisi: al dumping si risponde con altro dumping!

Roma 5 dicembre 2014

COmitato di BASe Almaviva C. Roma

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