ALMAVIVA…l’emergenza dopo il 9 Gennaio

ALMAVIVA-PALERMOL’EMERGENZA ALMAVIVA

Il 9 gennaio si è tenuto l’incontro presso la UIR fra azienda e sindacati. Almaviva ripropone “l’innovativa” decurtazione degli stipendi da fame dei lavoratori. La posizione unitaria dei Confederali è quella di non derogare ai minimi contrattuali. Nel prosieguo della discussione la CISL si è resa disponibile ad alzare la percentuale di CDS e non vede per ora alternativa agli ammortizzatori sociali e cita anche il problema degli aumenti salariali per i lavoratori dei call centers nel prossimo rinnovo del CCNL. La CGIL non esclude un prolungamento della CDS ma la vuole superare con eventuali accordi sulla produttività e flessibilità. La UIL vorrebbe rimandare la trattativa ai tavoli ministeriali affermando che al limite si possono fare deroghe soft al CCNL in attesa del prossimo rinnovo contrattuale.
L’AD Antonelli risponde che la CDS ed eventuali accordi sulla produttività servirebbero a prendere tempo: il problema principale sono le delocalizzazioni.

Le reazioni aziendali drammatiche quando i sindacati proposero la data del 9 gennaio, avevano tutti i connotati di un’azienda sull’orlo del fallimento. Si accusavano i sindacati di essere degli sconsiderati, ora questa decisione di rinviare il tutto a febbraio, con una sicurezza da atleta spensierato, lascia perplessi.
Le dichiarazioni fatte da esponenti sindacali nelle assemblee: “Noi non firmiamo la riduzione del salario ma non possiamo non trovare ipotesi di accordo, al limite si andrà al referendum” e lo sviluppo che ha avuto l’ultimo accordo sul controllo individuale della produttività in Telecom firmato da CGIL-CISL-UIL ci fanno prefigurare un inasprimento delle condizioni lavorative di tutti noi.

Non ci sono i margini di trattativa per richieste che andrebbero ulteriormente a colpire i lavoratori.
Lo scenario sicuramente sconfina dai problemi di crisi dichiarate da Almaviva: con queste premesse l’imminente discussione sul rinnovo del CCNL verterà solamente su come scaricare sui lavoratori la sbandierata crisi del settore
Ci chiediamo: le manifestazioni e gli scioperi con al comando il nostro “presidente buono” avevano questo fine? Localizzare il lavoro in Italia alle stesse condizioni dei colleghi albanesi.

E’ necessaria una seria analisi, anche storica, dell’intero settore dell’otusourcing, sulla sua funzione svolta per l’abbassamento del costo del lavoro, sul meccanismo degli appalti, su quanti posti di lavoro stabili ha effettivamente creato e con quali costi per la collettività.
Siamo per scioperi e iniziative “reali” non pilotati e per la sollevazione di tutti i lavoratori del settore per scongiurare quello che potrebbe essere un irreversibile triste futuro.

12/01/2015

COmitato di BASe Almaviva Contact Roma

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