COMUNICATO STAMPA – I lavoratori del CUP-reCUP e amministrativi delle ASL e delle aziende Ospedaliere occupano la sede del Consiglio Regionale del Lazio. I dipendenti delle società che gestiscono in appalto i servizi Cup – Recup – Amministrativi delle ASL e degli ospedali della Regione Lazio, oggi e domani in sciopero, non hanno nessuna intenzione di sciogliere il presidio presso la sede del consiglio regionale del Lazio sino a quando il presidente della Regione Lazio non accetterà un confronto con i lavoratori sugli attuali cambi di appalto che stanno impoverendo centinaia di famiglie.
«Quanto sta accadendo in questi giorni nei vari cambi di appalto nella sanità del Lazio, che sta comportando per i lavoratori un insostenibile taglio salariale, con la riduzione dell’orario di lavoro e il demansionamento, è inaccettabile» – afferma Domenico Teramo, rappresentante dei Cobas del Lavoro Privato di Roma – «i lavoratori chiedono soltanto la corretta applicazione delle clausole sociali previste dalle normative e l’applicazione di quanto previsto dal bando di gara, il quale stabilisce che i minimi salariali previsti dai CCNL sono inderogabili».
La commissione aggiudicatrice ha ignorato tutto ciò, affidando l’appalto dei servizi CUP-ReCUP-amministrativi a società (GPI e SDS) che hanno presentato offerte economiche evidentemente basse e che stabilivano il taglio delle retribuzioni attraverso il mancato riconoscimento degli scatti di anzianità e il demansionamento di tutto il personale.
«Possibile che i componenti della commissione aggiudicatrice della Regione Lazio, e con essa i sig.ri Tardiola, D’Amato, e soprattutto Zingaretti, non si siano accorti che quelle offerte avrebbero comportato un grave impoverimento per migliaia di famiglie», continua Domenico Teramo.
«Il presidente Zingaretti rifiutando un confronto pubblico con questi lavoratori e lavoratrici dimostra di non voler comprendere quanto stanno rivendicando da oltre due mesi i lavoratori, precari da decenni, del sistema sanitario della Regione Lazio e conferma la sua indifferenza e contrarietà alla richiesta di tutela dei diritti, economici e professionali espressa dal personale precario in lotta da oltre due mesi»», prosegue il sindacalista.
«I lavoratori e le lavoratrici sono determinati a non lasciare la sede del Consiglio Regionale sino a quando non otterranno il riconoscimento della continuità contrattuale e delle tutele dell’art. 18 ante riforma Jobs act, il mantenimento dell’orario di lavoro contrattuale dei singoli lavoratori, il corretto inquadramento professionale… si andrà avanti ad oltranza», conclude Domenico Teramo.
Cobas del Lavoro Privato