Le nuove sfide dopo il 14 NOVEMBRE e IL JOBS ACT

ministero-roma3La settimana passata a ragionare il post SCIOPERO SOCIALE è fitta di attacchi, provvedimenti, chiusure, incompatibilità, mannaie e assenza di democrazia.
Il dato centrale di questi giorni rimane l’astensionismo assoluto della EMILIA ROMAGNA, dove gli elettori del PD sono in tendenziale decrescita, ma anche la sentenza VERGOGNA nel processo ETERNIT. Insieme alle devastazioni contenute nello SBLOCCA ITALIA, agli sgomberi delle case popolari, alla canea popolare contro i disagi nei quartieri che strumentalmente viene indirizzata verso i più poveri e mai contro le istituzioni e i loro simboli, il quadro rimane fosco.
Dimenticavamo di aggiungere l’aumento delle TARIFFE ACQUA che cancella del tutto il REFERENDUM del 2011, il CANONE RAI in Bolletta energia ( solo per citarne alcune dell’ultima ora ) ed ora la imminente approvazione definitiva del JOBS ACT, che delinea una aggressività da parte del Governo che forse stupisce anche i leader di CGIL CISL UIL.
Guardare avanti. Le esperienze messe in Piazza il 14 novembre ci parlano innanzitutto di uno sciopero sociale vero. Piccolo in termini di numero rispetto alle sfide, ma così efficace anche per la puntualità della scadenza e la precisione dei suoi contenuti che anche la controparte ha dovuto rendersene conto. Un processo virtuoso e inclusivo dove soggetti diversi si sono confrontati. A volte mettendo insieme i numeri rispettivi. A volte le proprie piccolezze. A volte dando vita ai laboratori dello sciopero sociale. Una sinergia importante che si confronterà a NAPOLI il 30 NOVEMBRE per dare gambe ad un processo lento che sicuramente non potrà mai considerarsi autosufficiente, ma che si rivolge in modo diverso al conflitto capitale lavoro.
La scommessa è innanzitutto legata alle risposte da poter dare entro la approvazione definitiva del JOBS ACT (9-15 Dicembre al Senato)

Le prime 24 ore post approvazione alla Camera sono state caratterizzate da diverse iniziative: a Roma con l’occupazione temporanea del Ministero del Lavoro e l’incontro (seppur formale) con una delegazione alla quale abbiamo partecipato come COBAS, l’occupazione a Pisa della sede PD e la mobilitazione a Firenze contro il partito renziano, Cuneo.

Guarda il video di Pisa

La scommessa del 30 Novembre guarda quindi avanti. Senza mettere in secondo piano le lotte settoriali e specifiche che in ogni provincia o posto di lavoro stanno dilaniando l’esistenza e di milioni di persone e distruggendo quel poco di territorio libero dall’inquinamento. Senza tralasciare la necessità di una risposta all’avanzare dei sentimenti xenofobi e razzisti che strumentalizzati a dovere, danno il quadro di un disagio generale nei quartieri e nelle periferie.
Non ci possono essere sottrazioni in questo processo. E anche i rischi di derive politiciste che vengono paventate da aree dei movimenti antagonisti restano confinati, al momento, nella mente di chi non ha voluto interloquire con un processo aperto dove tale deriva ammesso che abbia caratterizzato in passato molti degli interlocutori con cui stiamo lavorando, di fatto non ha prodotto neanche la conservazione di quel piccolo privilegio che spetta al ceto politico che ne sarebbe responsabile.

L’attacco di questi mesi è così duro che non c’è tempo per rincorrere i tentativi di egemonia e la tendenza all’autoreferenzialità.

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