TELECOM ITALIA: Divisione CARING…arriva il Jobs Act

circoStringon i tempi per la chiusura della TRATTATIVA IN DIVISIONE CARING. Una trattativa iniziata mesi fa aperta dalle solite minaccedi TELECOM :

Abbiamo bisogno di ridurre ancora il costo del lavoro, aumentare i tempi di produzione, pena la societarizzazione, cioè la separazione tra i CALL CENTER e il resto dell’azienda. Nelle ultime settimane questa trattativa è entrata nel vivo con l’introduzione di ELEMENTI del JOBS ACT, ben prima che questo venisse approvato.  La cronaca vede CISL e UIL d’accordo, SLC in imbarazzo : i suoi delegati mediamente contrari, la segreteria pronta a FIRMARE.

L’escamotage lo trova l’Azienda che pilota un REFERENDUM farsa, in cui i capi divisione e i responsabili di settore provano a convincere i lavoratori e le lavoratrici della bontà dell’accordo, i COBAS, la SLC-CGIL, SNATER che lo boicottano. Per raggiungere i risultati, l0azienda ha bisogno del sindacato confederale. Ecco quindi che il Referendum viene sospeso e formalmente viene riaperta la trattativa.

PER LA CRONACA : CONTROLLO A DISTANZA ancora più spinto, demansionamento, aumento dei ritmi di lavoro, controllo quotidiano sulle attività lavorative. Nei comunicati proviamo a piegare cosa è successo.

COMUNICATO – 15 DICEMBRE :  CARING-SOSPESO REFERENDUM

COMUNICATO – 9 DICEMBRE :  REFERENDUM DIVISIONE CARING

COMUNICATO COBAS e LISTA DI BASE del 15 DICEMBRE 2014

IL CLOUD DELLA FARSA?  TANTO RUMORE PER NULLA? Riconvocato il coordinamento nazionale per il 17 e 18 dicembre

ANNULLATA LA CONSULTAZIONE SUL TESTO DELL’ACCORDO

La trattativa sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici della DIVISIONE CARING appare sempre più convulsa e le Segreterie Nazionali di SLC-FISTEL-UILCOM impongono la svolta.  Il 1 dicembre la trattativa si è rotta per la mancata sottoscrizione dell’accordo da parte di SLC in quanto, i suoi delegati/e in maggioranza non hanno approvato un accordo che:

SI ARROGA IL DIRITTO DI RIFORMARE L’ART.4 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI PRIMA DEI DECRETI ATTUATIVI DEL JOBS ACT; DEROGA DAL CCNL INSERENDO IL CONTROLLO SULL’ATTIVITA’ DEL SINGOLO OPERATORE SIA DI FRONT END CHE DI BACK OFFICE;  INASPRISCE L’UTILIZZO DEGLI ISTITUTI DI FLESSIBILITA’ DELLA PRESTAZIONE DI LAVORO (TURNO JOLLY E MULTIPERIODALE) RISPETTO A QUANTO PREVISTO DAL CCNL, OMETTENDO LA CONSULTAZIONE/ACCORDO CON LE RSU;

I roboanti comunicati annunciavano quindi una battaglia per delegittimare una “consultazione” pilotata da TELECOM, con i CAPI DIVISIONE e i DELEGATI Sindacali (soprattutto CISL e UIL) a convincere i lavoratori e le lavoratrici della bontà dell’accordo.

Le tornate assembleari di questi giorni hanno invece evidenziato la NETTA CONTRARIETA’ DELLA MAGGIORANZA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI

E ADESSO ? Con un rapido colpo di scena ed una riunione tra SEGRETERIE e AZIENDA il REFERENDUM/consultazione VIENE REVOCATO e il coordinamento nazionale RSU (Accompagnato dalle immancabili SEGRETERIE NAZIONALI) RI-convocato il 17/18 DICEMBRE.

Per fare cosa ? Cambiare qualche virgola e ARRIVARE ALLA FIRMA?

LO AVEVAMO DETTO: il testo proposto dall’azienda E’ LA LOGICA CONSEGUENZA DELL’ACCORDO DEL 27 DI MARZO, CHE GIA’ SEPARAVA “DIVISIONE CARING” DA TELECOM, SCHIACCIANDOLA CONSTANTEMENTE SULLA BARBARA COMPETIZIONE DEL MERCATO, CON IL RICATTO DELL’ESTERNALIZZAZIONE.

Ben altri sono i costi su cui si dovrebbe risparmiare in Telecom Italia, che pur producendo ancora ingenti ricavi rimane drammaticamente stretta nella morsa del debito, degli interessi bancari e dei dividendi dei grandi azionisti.

INVIATIAMO TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI A RICORDARE AI PROPRI DELEGATI/E DI RISPETTARE QUANTO SOTTOSCRITTO NELLA BOZZA PRESENTATA ALLE ASSEMBLEE DI INIZIO MANDATO TRATTATIVA E QUANTO DICHIARATO DA SLC, CHE HA ANCHE FATTO SCIOPERARE I LAVORATORI E LE LAVORATRICI CONTRO (?) IL JOBS ACT.

 15 /12/2014

COMUNICATO DEL 9 DICEMBRE 2014

BOICOTTIAMO IL RICATTO contro il referendum farsa e i giochi di potere Una convulsa e poco chiara trattativa sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici di Divisione Caring, STRETTI I II L 27 MARZO E IL JOBS ACT! Nel rispetto dei lavoratori e delle lavoratrici, riteniamo sostanziale evidenziare i fatti e le questioni di fondo sulla trattativa e, a rischio di sembrare poco unitari, riteniamo che solo la chiarezza e la conseguente determinazione dei nostri comportamenti potrà SC U’SO O, ovvero chiudere definitivamente con il ricatto che stiamo subendo da tempo rei di costare troppo e di avere dei diritti. ell’accordo di marzo già si sanciva che siamo un costo troppo elevato rispetto ai competitors e elecom talia, stretta dalla morsa del debito, ha ritenuto di tagliare principalmente dove era più semplice, aumentando la produttività dei lavoratori e delle lavoratrici dei call center (storicamente facilmente misurabili e maggiormente sottoposti a stress da lavoro), al fine di internalizzare il maggior numero di chiamate e di attività di back office, destinate principalmente al DAC.

Ora l’zienda intende peggiorare ulteriormente le condizioni di lavoro, sempre sotto la stessa minaccia di societarizzazione di Caring service. Troppe parole e, soprattutto, tanta confusione abbiamo registrato in questi mesi, per giungere infine alla rottura della trattativa e alla proposta del referendum da parte di cisl e uil, per blindare l’esigibilità di tale accordo, assai troppo velocemente accolta dallazienda al punto da far sembrare la stessa artefice della regia del tavolo!!

Per quanto ci riguarda oggi è privo di qualsiasi legittimità sia un accordo sottoscritto dall’attuale coordinamento nazionale delle RSU, espressione di RSU elette nelle singole unità produttive con metodo non proporzionale (riserva del 33% in favore dei firmatari del CCNL) che, peraltro, non sono state mai consultate nel merito di tale accordo; sia un accordo sottoposto a un referendum farsa che, al di là della scorrettezza formale del procedimento con il quale si giunge a tale consultazione, è pesantemente condizionato dal ricatto della societarizzazione che non permette, in ogni caso, una libera espressione della volontà.

In merito non è secondario evidenziare che quanto sta avvenendo fa parte di una strategia messa in essere da TUTTE le aziende del settore, che, sotto la minaccia di licenziamenti o societarizzazioni, stanno richiedendo nei diversi tavoli negoziali flessibilità dell’orario, aumento dei ritmi, taglio dei salari. er tutte le aziende l’alibi che giustifica la richiesta di riduzione del costo del lavoro sta proprio nelle concessioni già ottenute e/o richieste dalla presunte aziende concorrenti. Così, mentre Telecom Italia chiede un aumento della produttività perché il costo del lavoro nelle altre società è più basso (lmaviva Contact, Comdata, bramo, etc,), l’azienda lmaviva contact,, sempre minacciando licenziamenti e societarizzazioni, sottopone alle Organizzazioni sindacali la richiesta di tagliare del 10% delle retribuzioni per essere più competitivo con il costo del lavoro di Telecom Italia (in considerazione degli accordi sottoscritti il 27 marzo 2013 e di quelli in corso di contrattazione), Comdata, Abramo, Teleperformace, etc.

Queste aziende, peraltro, non sono per nulla in competizione tra loro e hanno da tempo costituito un cartello per imporre una riduzione generalizzate del costo del lavoro nel settore delle telecomunicazioni. Non a caso tutte le principali aziende delle TLC, Telecom Italia, Vodafone, Fastweb, H3g, Wind, si servono contemporaneamente degli stessi outsurcers Almaviva, Comdata, Abramo, etc., nonostante che una sana concorrenza dovrebbe sconsigliare la cessione di attività a chi svolge lo stesso servizio per una azienda formalmente concorrente. Quindi, accettare tale ricatto oggi significa alimentare la giostra degli accordi a ribasso che sono richiesti da tutte le aziende solo per aumentare i loro profitti. Pertanto riteniamo che la partecipazione al referendum debba essere BOICOTTATO e qualsiasi accordo deve essere escluso fino a quando Telecom Italia: non ritiri formalmente qualsiasi ipotesi di societarizzazione di Caring service; non presenti un piano industriale dettagliato in merito alla internalizzazione di tutte le attività ora gestite dalle società appaltatrici. Roma, 9 dicembre 2014

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