CALL CENTER CALABRIA : INFOCONTACT CHIUDE, Solidarietà alle Lotte

infocontact1Il 21 Febbraio scorso abbiamo partecipato ad una iniziativa presso il Centro Sociale di Rende e organizzata dal Collettivo Sparrow. Abbiamo conosciuto dal vivo una realta effervescente, giovane e determinata che si sta scontrando con la realtà dei CALL CENTER.

COMUNICATO  COBAS DI SOLIDARIETA’ INFOCONTACT

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DI INFOCONTACT
I lavoratori dei Call center stanno subendo in questi ultimi mesi un attacco senza precedenti!
Le continue crisi, reali e presunte, dichiarate dalle aziende di Outsourcing legate alla perdita delle commesse e le delocalizzazioni stanno accelerando il giàpessimo andamento degli ultimi 10anni: abbassamento drastico dei livelli retributivi e azzeramento di quei pochi diritti che il CCNL delle TLC ancora garantiva.
Le nuove norme che regolano il mondo del lavoro (determinate sia con interventi legislativi, sia conintese sindacali) e
gli accordi firmati nelle varie aziende da CGIL-CISL-UIL-UGL stanno letteralmente depredando i lavoratori:
abbassamento dei livelli professionali, abolizione dellamonetizzazione delle festività, abolizione delle maggiorazioni sullo straordinario, abolizione deipermessi orari retribuiti con il conseguente aumento dell’orario di lavoro a parità di salario.
Questi accordi a perdere sono inoltre, nella maggior parte dei casi, accompagnati dall’attivazione degli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione e Contratti di Solidarietà) che riduconoulteriormente il già magro salario dei lavoratori di questo settore, al 90% con contratti part-time econ un salario medio di 700 euro.
I lavoratori Teleperformance, E-Care, Accenture, AlmavivaContact hanno già subito sulla loro pelle questa deriva paraschiavista.
Tra i principali responsabili di questo scempio ci sono i grandi committenti pubblici eprivati: Telecom, Vodafone, Wind, Enel, Eni, Trenitalia, ecc. che continuano a macinare miliardidi utili sulle spalle di lavoratori e contribuenti: sono loro, con l’avallo dei sindacati concertativi, che hannoesternalizzato e appaltato i servizi di Customer Care per ridurre i costi e aumentare iloro margini di profitto!
Ultima in ordine di tempo e tristemente esemplare è la vertenza Infocontact:
incentivi pubblicie milioni di utili per il padrone, fine degli incentivi e buco da 64 milioni, commissariamento e accordo azienda-sindacati per il “rilancio aziendale” in attesa di compratori che ha comportato:
ilblocco degli scatti di anzianità, la smonetizzazione dei festivi, un ulteriore incremento della flessibilità,inasprimento delle sanzioni disciplinari per i lavoratori.
Oggi, i potenziali compratori Comdata e Abramo Customer Care vogliono ridurreulteriormente il salario dei lavoratori imponendo come condizione imprescindibile per rilevare l’azienda, la riduzione dell’orario di lavoro!
DASETTIMANE I LAVORATORI DI INFOCONTACT STANNO LOTTANDO PER TUTTI I LAVORATORI DEI CALL CENTER!
Non cedendo al ricatto occupazionale, stanno dicendo NO alla riduzione dell’orario di lavoro,
NO all’esproprio dei loro diritti, NO a un salario da fame!
CON MANIFESTAZIONI, BLOCCO DELLA PRODUZIONE E SCIOPERI STANNO METTENDO IN DISCUSSIONE UN ASSUNTO IDEOLOGICO CHE PURTROPPO ORAMAI PERVADE LA MENTE DELLA MAGGIORANZA DEI LAVORATORI DI QUESTO PAESE: CHE LA CRISI LADEBBANO PAGARE SEMPRE I LAVORATORI!
SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI INFOCONTACT!
BASTA SALARI DA FAME, BASTA OUTSOURCING!
COBAS Telecom, COBAS Comdata, COBAS People Care,COBAS H3G, COBAS Vodafone, COBAS Almaviva C

Call Center di Cosenza in lotta: l’esperienza di Infocontac

 (Alcuni giorni fa ndr) i lavoratori InfoContact di Rende hanno finalmente rotto gli argini di contenimento che sindacati e azienda avevano prodotto intorno alla loro lotta con uno sciopero fortemente partecipato che trasformandosi in corteo non autorizzato è riuscito ad occupare per più di 2 ore lo svincolo di Cosenza Nord.

Ma per capire bene le motivazioni di questa giornata risulta utile entrare nel dettaglio della vertenza, che oltre a dare una conoscenza più  profondo della peculiarità di questa  lotta spiega bene anche quali siano sia i meccanismi di produzione e riproduzione sistemica che la catena di  comando e controllo presenti all’interno di questo specifico ambito lavorativo.

Infoncotact è ufficialmente spacciata dall l’estate scorsa, visto il buco con l’erario di più di 60 milioni di euro. Da li l’arrivo del commissario straordinario e la vendita delle commesse, ma per come previsto da una normativa europea del 2011 i lavoratori devono seguire le commesse e non l’azienda. Comdata si è interessata ad acquisire la commessa di Rende e con esso le proprie maestranze, mentre Abramo si è interessato all’acquisto di Lamezia. Ma le manifestazioni d’interesse finora proposte parlano di 100 esuberi e prevedono inoltre il dimezzamento dell’orario lavorativo e di conseguenza il dimezzamento del salario. Nel corso del confronto fra le parti il Sindacato chiede un impegno fattivo alle aziende affinchè tutto ciò non succeda, ma nè lo stato di agitazione, nè una sola ora di sciopero vengono di fatti  mai proclamate.

Tutto questo,comunque, fino a quando i lavoratori  non decidono   di autodeterminarsi prendendo ininfocontact2 mano la vertenza, autoconvocandosi in più di 200 allo Sparrow lo scorso 26 febbraio, in una Assemblea che ha visto una partecipazione unanime di tutto quei soggetti (operatori, tecnici e personale amministrativo) che lavorano per Infocontact. In questa stessa sede è stato deciso il blocco delle vendite che ha visto per quattro giorni consecutivi una adesione unanime di tutti gli operatori dimostrando così la piena condivisione dell’obiettivo, mentre in un incontro successivo si è deciso di stilare una petizione che impegnasse le RSU a non firmare nulla che non fosse prima passato dal vaglio assembleare..

Dopo questo forte momento di autodeterminazione che di fatto è riuscito a mettere in discussione i meccanismi di governance aziendale, alcuni sindacati materialmente fuori dalla lotta, iniziano a fare pressione sui team leader/Rsu presenti in azienda con il duplice obiettivo sia di spaccare il fronte unico di lotta che di riaccreditarsi come controllori del conflitto agli occhi dei Dirigenti di Infocontact.

Una lezione fondamentale  si può trarre da questa vicenda è che la critica e la rottura con le logiche di rappresentanza sindacale e politica oggi si basa sulla loro subalternità alle istanze padronali e alle compatibilità economiche imposte dal sistema crisi. Per questo Il sindacalismo aconflittuale, che  si dimostra ancora una volta un mezzo di controllo della forza lavoro,  uno strumento garante della sua dipendenza politica e culturale, insomma  un vecchio arnese  dalle vecchie modalità, che solo la crescita autonoma delle soggettività del lavoro nelle e per le lotte è capace di rompere.

Quella vissuta mercoledì è stata solo una prima prova di forza, un momento costruito e giocato intorno alla volontà di conflitto genuina e non mediata di quelle soggettività che animano l’immenso indotto dei call center dell’area urbana Cosentina.
Tutto era  già dato la rabbia la voglia di protagonismo e di conflitto sociale erano presenti già presenti sotto traccia, il compito dei militanti è stato  quello di levare gli argini per permettere al fiume di straripare.

Sparrow (Rende-Cosenza)   –    Associazione Sud Comune

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