Il 21 Febbraio scorso abbiamo partecipato ad una iniziativa presso il Centro Sociale di Rende e organizzata dal Collettivo Sparrow. Abbiamo conosciuto dal vivo una realta effervescente, giovane e determinata che si sta scontrando con la realtà dei CALL CENTER.
COMUNICATO COBAS DI SOLIDARIETA’ INFOCONTACT
Call Center di Cosenza in lotta: l’esperienza di Infocontac
Ma per capire bene le motivazioni di questa giornata risulta utile entrare nel dettaglio della vertenza, che oltre a dare una conoscenza più profondo della peculiarità di questa lotta spiega bene anche quali siano sia i meccanismi di produzione e riproduzione sistemica che la catena di comando e controllo presenti all’interno di questo specifico ambito lavorativo.
Infoncotact è ufficialmente spacciata dall l’estate scorsa, visto il buco con l’erario di più di 60 milioni di euro. Da li l’arrivo del commissario straordinario e la vendita delle commesse, ma per come previsto da una normativa europea del 2011 i lavoratori devono seguire le commesse e non l’azienda. Comdata si è interessata ad acquisire la commessa di Rende e con esso le proprie maestranze, mentre Abramo si è interessato all’acquisto di Lamezia. Ma le manifestazioni d’interesse finora proposte parlano di 100 esuberi e prevedono inoltre il dimezzamento dell’orario lavorativo e di conseguenza il dimezzamento del salario. Nel corso del confronto fra le parti il Sindacato chiede un impegno fattivo alle aziende affinchè tutto ciò non succeda, ma nè lo stato di agitazione, nè una sola ora di sciopero vengono di fatti mai proclamate.
Tutto questo,comunque, fino a quando i lavoratori non decidono di autodeterminarsi prendendo in mano la vertenza, autoconvocandosi in più di 200 allo Sparrow lo scorso 26 febbraio, in una Assemblea che ha visto una partecipazione unanime di tutto quei soggetti (operatori, tecnici e personale amministrativo) che lavorano per Infocontact. In questa stessa sede è stato deciso il blocco delle vendite che ha visto per quattro giorni consecutivi una adesione unanime di tutti gli operatori dimostrando così la piena condivisione dell’obiettivo, mentre in un incontro successivo si è deciso di stilare una petizione che impegnasse le RSU a non firmare nulla che non fosse prima passato dal vaglio assembleare..
Dopo questo forte momento di autodeterminazione che di fatto è riuscito a mettere in discussione i meccanismi di governance aziendale, alcuni sindacati materialmente fuori dalla lotta, iniziano a fare pressione sui team leader/Rsu presenti in azienda con il duplice obiettivo sia di spaccare il fronte unico di lotta che di riaccreditarsi come controllori del conflitto agli occhi dei Dirigenti di Infocontact.
Una lezione fondamentale si può trarre da questa vicenda è che la critica e la rottura con le logiche di rappresentanza sindacale e politica oggi si basa sulla loro subalternità alle istanze padronali e alle compatibilità economiche imposte dal sistema crisi. Per questo Il sindacalismo aconflittuale, che si dimostra ancora una volta un mezzo di controllo della forza lavoro, uno strumento garante della sua dipendenza politica e culturale, insomma un vecchio arnese dalle vecchie modalità, che solo la crescita autonoma delle soggettività del lavoro nelle e per le lotte è capace di rompere.
Quella vissuta mercoledì è stata solo una prima prova di forza, un momento costruito e giocato intorno alla volontà di conflitto genuina e non mediata di quelle soggettività che animano l’immenso indotto dei call center dell’area urbana Cosentina.
Tutto era già dato la rabbia la voglia di protagonismo e di conflitto sociale erano presenti già presenti sotto traccia, il compito dei militanti è stato quello di levare gli argini per permettere al fiume di straripare.
Sparrow (Rende-Cosenza) – Associazione Sud Comune
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