LA CGIL IN PIAZZA ? RAFFORZIAMO IL 14 NOVEMBRE

scioperogenerale1 (2)I numeri della CGIL in piazza, come volevasi dimostrare, sono la conferma che se qualcuno volesse effettivamente trovare risposte concrete alla crisi, alla mancanza di lavoro, alle leggi finanziarie che tagliano e non generano nè sviluppo (sostenibile), ne uguaglianza, ne garanzie, sarebbe possibile generare subito questo meccanismo di cambiambiamento reale e concreto.
Ma la CGIL, non può o non vuole. Non possono farlo le sue strutture categoriali, non possono farlo quando siedono al tavolo della trattativa con le controparti. Non possono farlo quando cioè devono passare dalla enunciazione populista alla pratica di contrasto dei processi di riorganizzazione delle imprese. Non possono anzi NON VOGLIONO. La consociazione legata alla CO-GESTIONE dei processi di riorganizzazione aziendale che sfociano puntualmente nella adozione degli ammortizzatori sociali per la riduzione di personale, all’aumento della produttività, alla tolleranza verso la non adozione delle imprese di adeguati strumenti per la tutela della sicurezza sul lavoro, ma anche la compartecipazione nei FONDI PENSIONE, dimostrano che questa volontà non esiste.

Se i vertici volessero, la base ci sarebbe e lo dimostrano i numeri. Ma non possiamo dimenticare ( e non possiamo far notare a questa base disattenta ) che quando ci fu da difendere l’ART. 18 con la sua estensione alle imprese con meno di 15 dipendenti (attraverso il referendum), la CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA del LAVORO, si schierò con le imprese favorendo quella astensione che fece mancare il quorum. Così come non possiamo dimenticare che in interi comparti produttivi fu proprio il Sindacato Confederale (insieme alla UIL e alla CISL) a sostenere e concertare rinnovi contrattuali che hanno cancellato diritti e salario.

LOCANDINA SCIOPEROLa pletora di funzionari che incontriamo in ogni trattativa sindacale, di una piccola azienda piuttosto che di una grande impresa diffusa sul territorio nazionale adotta sempre il medesimo comportamento, teso innanzitutto a mantenere il proprio status di sindacalista la cui priorità è quella di tutelare la propria funzione da co-gestore dei processi. Con buona pace della base e delle aree di minoranza che da una vita tentano di modificare (con esiti spesso disastrosi) le linee generali dei vertici sindacali.

Per questo il 14 novembre è importante. E lo è nonostante le sottrazioni maturate in queste settimane e le disattenzioni. Il percorso adottato dallo STRIKE MEETING di inizio settembre, pur nella sua limitatezza ha fornito secondo noi una indicazione di merito e di metodo.

Innanzitutto è partito dalla consapevolezze delle difficoltà che un percorso autonomo e indipendente che sappia parlare a milioni di persone può avere. Consapevolezza anche della difficoltà di far parlare soggetti diversi che vengono da mondi apparentemente incomunicanti, quelli del lavoro garantito ( ancora per poco e sempre meno ) e quelli del lavoro non garantito o mai avuto. L’altra consapevolezza è che il terreno di attacco ai diritti è così ampio, così feroce e così a tutto campo che soggetti diversi si organizzano anche nei territori CHE SOLO UNA PROCESSO DI COINVOLGIMENTO PROGRESSIVO e UNITARIO potrà indicare una soluzione diversa alla apparente sonnolenza italiana.

socialstrike

STRISCIONE APPESO ALLA MANIFESTAZIONE CGIL dal Laboratorio Romano per lo Sciopero Sociale

Gli ultimi 10 giorni di iniziative che si sono sviluppate in tutta Italia e a tutto campo, dimostrano che esiste una proposta e una riflessione diversa capace di organizzare migliaia di persone che però sono ancora relegate ad un ruolo minoritario e di testimonianza nel senso che da sole non riescono a rispondere al grave attacco che subiamo. In questo senso ci sono tutti, ci siamo tutti : dalla scuola, ai posti di lavoro in crisi e/o in chiusura, ai territori…

Il 14 NOVEMBRE diventa quindi importante se capiamo che non ci sono sottrazioni possibili dai processi unitari e inclusivi. Lo sciopero del 24 della USB, viene oscurato oggettivamente dalla manifestazione oceanica della CGIL. Gli scioperi della logistica ( potenti e vera novità conflittuale ) non sono esportabili in tempi brevi a tutti i settori produttivi dove esiste una differente composizione sociale e lavorativa, ma sopratutto non sono LO SCIOPERO sociale evocato nelle assemblee in valsusa della scorsa estate, le lotte territoriali in difesa dell’ambiente sono destinate a soccombere se restano chiuse (sopratutto dopo la prossima approvazione dello “sblocca Italia”) nella loro specifità geografica.

Il 14 novembre diventa importante se il metodo della sua costruzione, territoriale, specifica e generale allo stesso tempo, riesce a recuperate gli autoesclusi e costrire con loro un processo inclusivo. E? questo il messaggio che va dato, categoria per categoria, luogo di lavoro per luogo di lavoro, territorio per territorio.

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