E’ riuscito il convegno a Firenze per discutere di Repressione nei Luoghi di Lavoro. Una iniziativa sorella gemella a quella svoltasi a Napoli la settimana prima.
DA FIRENZE :
Riuscito il convegno al Dpl (dopo lavoro ferroviario) di Firenze contro la repressione nei luoghi di lavoro. Gli organizzatori, Cub. Cobas, Usi, Sicobas e Slai Cobas e la minoranza della Cgil (per la quale è intervenuto Giorgio Cremaschi) insieme a Comitati e realtà sindacali colpite da procedimenti disciplinari e licenziamenti
La lista degli interventi sarebbe lunga (senza dimenticare i familiari delle vittime della strage di Viareggio) e per questo non citeremo i singoli contributi che saranno raccolti dagli organizzatori. Si sappia che ormai la repressione colpisce a ogni livello , dal pubblico impiego (feroce nella sanità contro chi contrasta interessi economici colossali che si aggirano attorno alle case farmaceutiche, alle baronie, agli appalti…) agli appalti costruiti con la contrazione senza limite del costo del lavoro, dai metalmeccanici (ricordiamo i licenziamenti in casa Fiat e quelli nelle aziende piu’ piccole) alle ferrovie (ogni 58 giorni perde la vita un lavoratore e con la scusa del venir meno del rapporto di fiducia dell’azienda verso un suo dipendente, l’inquisito amministratore delegato (ora a Finmeccanica) Moretti ha preteso il licenziamento di Riccardo Antonini , ferroviere e consulente delle vittime della strage di Viareggio.
La repressione colpisce duramente anche nei settori oggetto di privatizzazione (vedi Poste) e questo dato dovrebbe indurre a qualche riflessione sugli scenari dei prossimi anni
Ci sono settori ormai strategici come quelli del facchinaggio e degli aeroporti dove negli ultimi anni migliaia sono stati i licenziamenti con tempi e ritmi lavorativi che ormai calpestano la salute e subordinano la sicurezza al raggiungimento del profitto anche se determina l’insorgere di patologie e malattie invalidanti.
La repressione colpisce duramente le avanguardie sindacali, sono decine i licenziati politici che pagano sulla loro pelle le mancate abiure e diserzioni dalle lotte, il rifiuto di piegarsi ai codici etici aziendali (sul modello americano costruiti ad arte per espellere la forza lavoro ribelle e riluttante a subire ricatti e prepotenze padronali), delegati che magari hanno anche familiari a carico con disabilità (ma per loro le tutele non valgono). Delegati e lavoratori colpiti sui luoghi di lavoro anche per avere partecipato a manifestazioni e lotte sociali, è il caso dei movimenti sociali, ambientali, in difesa del diritto all’abitare e alla salute.
Mentre distruggono lo statuto dei lavoratori , portando a compimento quel disegno padronale iniziato 30 anni e passa fa che ha agito con il tacito (e in molti casi palese) consenso delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative che di volta in volta hanno ceduto su tutto (dalla normativa sullo sciopero alla cassa integrazione, dal blocco dei contratti nel pubblico impiego all’innalzamento dell’età pensionabile, dalle regole sulla rappresentanza sindacale che sanciscono una sorta di nuovo fascismo fino alla costruzione di un sistema di governo del lavoro e della società che criminalizza e colpisce ogni forma di dissenso
Il convegno, che segue di una settimana l’iniziativa a Napoli contro i licenziamenti politici nelle fabbriche, si è infine soffermato sugli strumenti utili e necessari alla difesa dei lavoratori, tra tutti la cassa di solidarietà, strumento storico con il quale ogni singolo lavoratore si tassa mensilmente per sostenere colleghi e compagni licenziati , per spese processuali e il pagamento delle multe per “violazione” delle normative vigenti sullo sciopero
Il sindacato di base nel suo complesso dovrà decidere le modalità con le quali costruire la cassa per trasformarla da strumento di sostegno a una campagna di denuncia e di aggregazione, per garantire un sostegno materiale e allo stesso tempo promuovere una iniziativa politica nei luoghi di lavoro e nella società
Acquisire memoria, mobilitarsi e lottare per contrastare fino in fondo il disegno padronale di restaurazione che ci riporta indietro di decine di anni, è questa la sfida del convegno perchè se non contrastiamo la repressione nei luoghi di lavoro tutti saremo piu’ deboli e vulnerabili
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