POSTE, SALERNO : LE DICHIARAZIONI DI CAIO e i SINDACATI CONCERTATIVI

COBASPOSTEIn Poste negli ultimi venti anni, dalla trasformazione in spa in poi, ci sono 100.000 operatori in meno. Sono stati chiusi migliaia di uffici, molti altri aprono a giorni alterni. Sono stati accorpati centri di smistamento e ampliate le zone di recapito. Nell’ultimo piano industriale l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caioha annunciato ulteriori tagli d’organico pari a 18.000 lavoratori, la chiusura di 600 uffici postali ed altri con apertura razionalizzata, , confermdo l’obiettivo di quotare in Borsa la società entro quest’anno. Non contento chiede che sia realizzata la riforma del settore recapiti, «essenziale non solo per la privatizzazione ma per la sostenibilità del business».

Sulle responsabilità dei sindacati concertativi, a fronte di questo piano, i COBAS POSTE dicono la loro.

vsCISLultimoweb L’IPOCRISIA DELLA CISL e DI TUTTA LA COMPAGNIA
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In questi giorni la slp cisl tiene nelle varie filiali, e anche qua a Salerno e Provincia, assemblee per discutere della chiusura dei 500 uffici postali annunciata dai massimi vertici di poste italiane col nuovo piano d’impresa. Sull’argomento slc cgil ed altri inviano comunicazioni. Questi sindacati sono fra i principali responsabili del disastro a cui assistiamo avendo avallato per circa un ventennio le politiche liberiste dei vari governi che si sono succeduti e avendo sostenuto le politiche privatistiche di poste italiane. Con il loro sostegno questa azienda entra nella fase più buia della sua lunga vita con l’imminente arrivo di soggetti privati che, come sempre è accaduto in tutte le società pubbliche privatizzate, ne muteranno ancor più la vera natura: poste, che nasce con una vocazione sociale, diventa un soggetto a caccia di profitti. La chiusura di uffici postali minori (nel 2012 ne sono stati chiusi 1100 nel totale silenzio dei sindacati concertativi) e l’abbattimento della tenuta occupazionale degli ultimi due decenni (centomila operatori in meno) altro non sono che frutto di queste politiche volute da chi ha soltanto operato al servizio dei potenti, sacrificando intere generazioni sull’altare dell’unico dio per lor signori:”il dio danaro”. I sindacati firmatari sono corresponsabili del disastro che in questi giorni ipocritamente denunciano nelle loro assemblee e nei loro comunicati. A questi cantastorie non interessa affatto che venga soppresso un pubblico servizio nei piccoli centri, discriminante per la stessa popolazione, e non sono interessati al fatto che l’azienda non mandi a casa un solo lavoratore. Loro unico scopo è quello di entrare nelle dinamiche e poter amministrare gli esuberi, perché anche governare le disgrazie è per loro gestione di potere necessaria all’auto perpetuazione e al mantenimento dei loro usurpati privilegi.

Sbarriamo la strada all’inganno e all’ipocrisia. Alzate la testa. INCAZZATEVI.

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