In due incontri all’Anita del 22 e del 29 settembre ( associazione datoriale di Arcese) del 22 e del 29 settembre è stata comunicata la chiusura dei siti di Corbetta(Mi), di Rivalta (To) e di Rovereto con la decisione di 120 esuberi (scesi a 100, dopo che più di 500 dipendenti sono andati in mobilità con incentivi fino a 24mila euro).
Gli autisti di Arcese sono scesi in sciopero dal 29 settembre fino all’ultima assemblea del 18 ottobre, quando stremati dalla carenza economica ( dopo 4 anni di pesante cassa integrazione e accordi al Ministero mai rispettati) hanno deciso di tornare al lavoro con riserva di altre iniziative nel mantenimento dello stato di agitazion.
Il Gruppo Arcese punta verso oriente e ora raggiunge l’intera Confederazione russa con i servizi stradali Full Truck Load, ossia a carico completo. Ecco il motivo per cui non viene toccata dagli esuberi la sede di Sommacampagna (VR), he è in posizione strategica
In quanto alla chiusura della sede di Rovereto è uno specchietto per le allodole. L’obiettivo non è chiuderla, ma sostituire gli autisti italiani residuali (meno di 140) con i più di 1.000 autisti dell’est assunti nelle filiali della Arcese Slovenko (Romania) e Arcese Polonia, ma che fanno trasporto, internazionale, nazionale e intermodale i quali costano il 25% in meno.
Questi autisti dell’ Est sono i nuovi schiavi di Arcese. Passano la loro vita dentro il camion (si vede perfino il bucato appeso sul mezzo) senza mai tornare in patria, soggetti a sfinimento, a rischio di gravi incidenti per strada: Arcese noi si cura neppure di infrangere la normativa sul cabotaggio e quella dell’evasione fiscale, dato Arcsee non paga le tasse in Italia ma nei paesi dell’Est dove costano la metà o meno.
E l’Unione Europea, che dovrebbe tutelarli con uguali diritti degli autisti europei, ancora una volta si dimostra essere quella delle banche, del patto di stabilità contro il lavoro e ogni investimento sociale.
Anche la Regione Trentino è stata irrisa da Arcese. Con un finanziamento di leaseback l’ Ente nel 2009 comprò da Arcese per 18,6 milioni di euro un’area di 47mila mq per poi riaffittarla all’azienda in cambio di impegno a non licenziare.
Per questo gli autisti Arcese con le Rsu Cgil e Cobas sabato 18 ottobre sono andati in Trentino a chiedere spiegazioni a Comune, Provincia e Regione.
Ma l’arroganza del patron Arcese e dei suoi complici continua a non conoscere limiti.
CONFEDERAZIONE COBAS TORINO
31.10 2014
Una storia iniziata nel 2009/2010 ascolta in archivio
Scarica il COMUNICATO STAMPA della CONFEDERAZIONE COBAS TORINO
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