JOBS ACT – Commissione Lavoro: ASCOLTATI I COBAS IN PARLAMENTO

Il 21 Ottobre 2014 si è svolJOBS_Actta in Parlamento l’audizione sul JOBS ACT cui hanno partecipato 17 deputate/i della Commissione Lavoro su 46. Oltre ai COBAS hanno partecipato le Organizzazioni Sindacali di Base CUB, USI, USB. Nei 10 minuti consentiti, abbiamo ribadito quanto contenuto nelle “note Cobas” consegnate ai presenti, aggiungendo che “lor signori/e avranno comunque l’opportunità, di predisporre-votare un “testo alternativo” almeno nei punti cardine del Jobs Act e/o di votare in Commissione contro il testo governativo, di apportare emendamenti (sicuramente bocciati in aula dal voto di fiducia). Abbiamo ribadito l’azione di contrasto, sia con gli scioperi della scuola e logistica, sia con quello generale del 14 novembre, a cui li abbiamo invitati a partecipare almeno come osservatori. Sulla stessa linea con diverse sfumature sono intervenute anche le altre Organizzazioni Sindacali di Base, Cub e Usb ( che però non è entrata nel merito dello Sciopero Generale).

NOTE DELLA CONFEDERAZIONE COBAS SUL JOBS ACT AUDIZIONE COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA 21/X/2014

Deputate e Deputati della Commissione Lavoro della Camera,

Vi ringraziamo di adempiere alla istituzionale funzione legislativa attraverso l’audizione di soggetti sociali naturali e competenti, seppur nella consapevolezza che questa funzione è stata snaturata e svilita dal reiterato abuso governativo del “voto di fiducia”, che di fatto esautora il Parlamento, relegandolo a mero spettatore di decisioni altrui.

Così è anche e soprattutto per il “Jobs Act”, uno dei pilastri del governo Renzi, perseguito addirittura attraverso lo strumento della “legge delega”, ovvero il mandato il bianco al governo con l’imposizione del voto di fiducia (vedi Senato e quasi certo uso alla Camera) che cancella la funzione precipua delle Assemblee Elettive.

Il disegno governativo – tra estensione del “ lavoro a termine e apprendistato” (già introdotti con voto di fiducia), il Job Act e la rottamazione della Legge 300/70 (Statuto dei Lavoratori) – segna la distruzione dei diritti e della dignità dei lavoratori, per ridurli tutti/e nella condizione di subalternità all’impresa e alla precarietà dell’esistenza, con annessa perdita di potestà democratica che trasforma il cittadino-lavoratore in misero suddito-esecutore.

Il governo Renzi sostiene che tutto ciò è necessario per ridare vigore al mercato del lavoro, reso stagnante da “ regole antiquate che hanno discriminato tra garantiti e non” .

Ma in questi provvedimenti c’è solo la liquidazione dei diritti conquistati a caro prezzo dalle lotte sindacali e sociali degli anni ’70, senza alcuna garanzia dell’eliminazione dei “51 contratti atipici” , con i quali i governi di centrodestra e centrosinistra hanno moltiplicato la precarietà e favorito a dismisura il conveniente utilizzo del lavoro nero.

La giungla delle 400.000 “false partite IVA”, dei 650.000 “lavoratori a progetto”, delle migliaia di lavoratori ”volontari e gratuiti”(vedi EXPO) e di altri milioni di lavoratori sottoposti per “rabbia di fame” a infami soluzioni di lavoro precario, non viene disboscata attraverso il Job Act, in quanto il suo compito è di cancellare le tutele conquistate (di annullarne e/o deprecarne la stessa memoria) “ così da non introdurle a chi ora non ne ha” !

Un abominio che ci porta indietro almeno al dopoguerra.
Che esclude i lavoratori dal contributo democratico che hanno sempre fornito al benessere sociale generale e alla società tutta .
Che commissaria gli Enti Locali negandogli sovranità popolare “ per l’interesse strategico nazionale (vedi disegno di legge “ Sblocca Italia”) .
Che elimina i “beni comuni a partire dall’acqua”, privatizzandoli.
Che devasta ambiente e paesaggio,cementificando suoli e città, per interessi speculativi(vedi per ultimo Genova, Parma, Maremma,…).
Che distrugge democrazia , disponendo un modello di società corporativo e autoritario.

Non smetteremo di denunciarlo in ogni dove !

Nel mentre ci accingiamo a contrastare con scioperi e manifestazioni  il disegno governativo ( che si avvale anche di una manovra finanziaria devastante per i ceti popolari) , come quelli già avvenuti il 10 e 16 ottobre nei Settori Scuola e Logistica , e con il prossimo sciopero generale di tutte le categorie e attività proclamato per il 14 novembre.

Roma 22.10.14                                               CONFEDERAZIONE  COBAS

 

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